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Un tema di scuola è la voce dei bambini e delle bambine, di ieri e di oggi, che ci raccontano le loro storie

Thomas Pololi racconta la sua idea di raccolta e condivisione di quaderni di temi di bambini e bambine sviluppata a partire dal 2004, che oggi è diventata un megaprogetto con un archivio digitale di quaderni da tutto il mondo che mostra il valore dei temi dei bambini, non solo dal punto di vista letterario, ma anche culturale, sociale, storico, affettivo…

La storia di “Quaderni Aperti” inizia nel 2004 quando un ragazzo di Bergamo, Thomas Pololi, trova a casa dei suoi genitori alcuni quaderni di temi scritti da lui molti anni prima, durante la scuola elementare, e si mette a leggerli con entusiasmo e curiosità, forse con il desiderio recondito di fare un tuffo all’indietro nel tempo. Da quel momento si accende una scintilla e Thomas inizia a chiedere anche ad amici e conoscenti di recuperare e condividere con lui i loro quaderni di temi delle elementari. Quattro anni più tardi, nel 2008, apre un blog in cui presenta i componimenti di tante persone che nel frattempo hanno accettato la sua richiesta, scansionando i contenuti dei loro quaderni perché possano essere condivisi in rete. Il blog si chiama "Quadernini" e, anche se il diminutivo non lo rivela, nutre già l’ambizione di diventare grande creando una collezione di quaderni di scuola elementare a livello nazionale. I temi raccolti raccontano un po’ di tutto: esperienze personali, gite, storie di vita, talvolta riecheggiando e riflettendo lo spirito e gli accadimenti del periodo storico di appartenenza.

Nel tempo il progetto cresce in maniera esponenziale e inizia a farsi conoscere anche fuori dall’Italia. Oggi, il lavoro di di raccolta e condivisione avviato da Thomas nel 2004 è diventato un imponente archivio online: si chiama exercisebookarchive.org e presenta migliaia di quaderni provenienti da tutto il mondo, di epoche più o meno contemporanee (il più antico viene dall’Inghilterra e data 1773). Thomas nel frattempo non è più solo a portare avanti il progetto: da tempo lo affianca Anna Teresa Ronchi, progettista europea, insieme alla quale ha fondato l’associazioneQuaderni Aperti”, per sviluppare tante iniziative legate all’Archivio dei Quaderni. Infatti, a partire dai quaderni dell’archivio vengono realizzate molte attività: da laboratori con le scuole a reading in pubblico, da mostre a incontri. L’implementazione dell’archivio con nuovi quaderni avviene anche grazie al lavoro di circa 200 volontari che trascrivono o traducono in inglese il contenuto di quaderni scritti in tutte le lingue del mondo.

L’archivio ha anche una sede fisica a Milano in via Broletto, dove sono esposti i quaderni dell’Archivio. Uno spazio che Thomas e Anna vorrebbero riuscire ad ampliare, trovando magari una nuova collocazione che consenta loro di abbinare alla parte espositiva anche quella laboratoriale dedicata alle scuole.

E siccome le attività legate all’Archivio sono in continua crescita, da quest’anno si è affiancata a Thomas e Anna anche Valentina Colombo, titolare di un’agenzia letteraria, per promuovere l’Archivio in Italia e all’estero. Abbiamo raggiunto Thomas al telefono per farci raccontare meglio dalla sua voce l’esperienza e le attività di “Quaderni Aperti”.

Thomas, ci può raccontare com’è nato il progetto “Quaderni Aperti” e la relativa associazione?

L'associazione di promozione sociale Quaderni Aperti è stata fondata nel 2014, come esito di un percorso di raccolta partecipativa di quaderni scolastici avviato nel 2004. Avevamo già raccolto molto materiale proveniente dall'Italia, e l'associazione è stata creata allo scopo di preservarlo e di valorizzarlo utilizzandone i contenuti per realizzare attività e iniziative culturali e di promozione sociale: laboratori per le scuole, mostre, reading, incontri, pubblicazioni divulgative. Una delle cose che ci aveva colpito di più, quando avevamo iniziato a realizzare le prime iniziative in cui invitavamo le persone a condividere le testimonianze d'infanzia e adolescenza contenute nei propri quaderni di scuola, era come queste avessero la "proprietà naturale" di far affiorare emozioni e stimolare empatia, l'ingrediente fondamentale per abbracciare il punto di vista degli altri. I contenuti dei quaderni, come aveva scritto alcuni anni fa anche Loredana Lipperini in un suo articolo sull'archivio, non sono solo testimonianze storiche: se utilizzati bene possono essere potenti strumenti per favorire la coesione sociale, oggi.

Quando fate attività con le scuole, quali sono i quaderni che più colpiscono bambini e bambine?

In genere, abbiamo notato che i bambini e le bambine sono interessati soprattutto alle storie con cui riescono a entrare in relazione: la "piccola storia", più che quella grande, li colpisce e cattura. Per questo la "microstoria dell'infanzia" contenuta nei quaderni del passato è così avvincente per loro: nei libri di testo non potranno mai trovare il racconto in prima persona di una loro coetanea che si affeziona a un uccellino (che poi la famiglia dovrà mangiare!) durante la Seconda Guerra Mondiale, o il testo di un bambino che immagina di passare le vacanze di Natale sulla Luna dopo lo sbarco dell'Apollo 11.

Questi racconti li emozionano e coinvolgono, e aprono le porte alla curiosità verso il passato. Proprio in questo periodo, dopo la (lunga) pausa della pandemia, stiamo ripensando la nostra proposta di laboratori, che vorremmo riprendere a partire dal prossimo anno scolastico: vogliamo portarli non solo a Milano ma in tutta Italia, affiancando alle proposte in presenza quelle digitali. Il tema centrale sarà, per l'appunto, la "piccola storia" del '900, ma vogliamo parlare anche di altro, perché i contenuti dei quaderni possono aprire molti mondi e collegamenti con il presente: ad esempio stiamo lavorando a dei laboratori sull'educazione femminile e sulla partecipazione attiva di bambini/e e ragazzi/e alla vita democratica. Se ci fossero insegnanti interessati li invitiamo a contattarci (info@quaderniaperti.it) o iscriversi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati.

E voi, a quali tra i quaderni che avete raccolto in tutti questi anni siete più affezionati?

È davvero difficile dirlo! Quando abbiamo iniziato a raccogliere anche i quaderni di altri paesi, ci si è aperto (letteralmente) un mondo. Il lavoro di trascrizione e traduzione del materiale, che è in gran parte portato avanti da volontari digitali di molti paesi, ci permette di scoprire quasi quotidianamente piccoli frammenti d'infanzia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze appartenenti a luoghi e culture lontani, e per questo a volte incredibilmente affascinanti. Probabilmente la cosa a cui siamo più affezionati è proprio questa scoperta continua, e al fatto che persone da tutto il mondo ci si siano appassionate come noi.

Quanto vi impegnano le attività legate a “Quaderni Aperti”?

L'impegno è quotidiano: riceviamo regolarmente materiale che cataloghiamo, imbustiamo, digitalizziamo. E poi progettiamo e sviluppiamo attività e proposte, cercando sempre di consolidare quello che abbiamo già fatto ma anche di "piantare nuovi semi", perché sperimentare ci diverte e appassiona: quest'anno per esempio abbiamo sviluppato dei podcast per raccontare le vacanze scolastiche del passato con la partecipazione di due professori di storia della pedagogia (i bravissimi Juri Meda e Maria Cristina Morandini) e di una "piccola lettrice", Anna D'Alfonso. L'associazione ha una ventina di soci sostenitori e circa 250 volontari digitali. Il "nucleo operativo" però è molto piccolo: siamo tre persone che fanno altri mestieri, anche se l'impegno dell'archivio sta diventando sempre più grande. La sfida ora è renderlo sostenibile nel tempo.

Che progetti avete per “Quaderni Aperti” per il prossimo futuro?

Da quando è iniziato il progetto nel 2004, moltissime cose sono cambiate: la nascita dell'associazione, le tante collaborazioni avviate con altre organizzazioni e università, i reading, le mostre, i laboratori nelle scuole, i seminari, nel 2019 il riconoscimento della Soprintendenza come "archivio di notevole interesse storico" e il lancio dell'Exercise Book Archive che ci ha portato a relazionarci a persone di tutto il mondo. Se guardiamo il nostro percorso, vediamo tantissime porte e finestre che si sono aperte. In questo momento il nostro desiderio è quello di consolidare il tanto lavoro già fatto: portare i laboratori in molte più classi, riproporre le mostre già realizzate nelle scuole e in altri luoghi di cultura, dar vita a percorsi didattici insieme alle realtà che ci hanno affiancato in questi anni. E poi stiamo cercando uno spazio che ci ospiti e diventi una "casa" per le voci dei bambini, di ieri e di oggi: il sogno è aprire un "Museo dei quaderni di scuola", un luogo aperto a bambini/e e ragazzi/e, e ovviamente anche agli adulti, dove l'infanzia e la sua storia diventino patrimonio di tutti, e in particolare delle nuove generazioni.

Grazie mille Thomas e buona continuazione con il vostro progetto!

Il team operativo di “Quaderni Aperti”

Thomas Pololi, direttore dell’Archivio dei quaderni di scuola, co-fondatore dell'associazione Quaderni Aperti e promotore della raccolta partecipativa di materiale avviata nel 2004.

Anna Teresa Ronchi, co-fondatrice e presidente dell'associazione Quaderni Aperti. Per l'archivio si occupa come volontaria di ricerca di opportunità di finanziamento e progettazione.

Valentina Colombo, collabora con l’Archivio dei quaderni di scuola promuovendolo in Italia e all’estero alla ricerca di nuove partnership e contribuendo alla ideazione di percorsi tematici specifici.

 

Su questo argomento, leggi anche «Il Natale? Forse l’anno prossimo lo passeremo sulla Luna»

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