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I mini gialli dei dettati 2
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Sei regole per l’educazione alla cittadinanza a partire dall’infanzia

Una mini guida per sviluppare laboratori di cittadinanza da 0 a 6 anni

Regola 1.

Organizzare l’ambiente educativo (sezione, laboratori, ecc.) tenendo sempre conto che la scuola dell’infanzia è una comunità. È importante un ambiente nel quale i partecipanti sono coinvolti e partecipi, nel quale si sentono autenticamente protagonisti.

Regola 2.

Privilegiare la produzione collaborativa rispetto a quella individuale. Non si tratta di negare o nascondere ciò che un bambino individualmente fa. È importante però renderlo partecipe anche delle cose che fanno gli altri ed aiutarlo a comprendere che ascoltare gli altri e collaborare insieme è in generale più vantaggioso. Inoltre, lavorare insieme significa organizzarsi per gruppi di lavoro specializzati: ogni gruppo può fare cose specifiche che possono poi essere integrate con le altre cose che hanno fatto gli altri. In questo modo è possibile comprendere che lavorare insieme significa trovare soluzioni migliori e più efficaci.

Regola 3.

È importante valorizzare la diversità: essere diversi significa guardare il mondo con occhi diversi e perciò vedere cose diverse. Ognuno di noi vede le cose da una prospettiva ed ha bisogno degli altri per riuscire a vedere anche ciò che non è in grado di vedere da solo. Ci sono, in altre parole, diversi modi di partecipare ad un progetto, ognuno dei quali può avere una sua validità ed il risultato finale è quello di costruire conoscenza insieme.

Regola 4.

Riflettere insieme. È importante introdurre nella scuola il rituale della riflessione comune come abitudine costante. È utile in questo senso inserire momenti di discussione e di confronto all’inizio ed alla fine delle attività. Servono a stimolare la riflessione collettiva ed a condividere quanto si sta facendo oppure a dare un senso comune a ciò che si sta per svolgere.

Regola 5.

I bambini sono interessati alle cose che stanno loro intorno, amano stupirsi di ciò che accade, desiderano incessantemente conoscere e scoprire. Il mondo circostante è il loro primo vero grande libro di lettura. È importante per i bambini affrontare i problemi della realtà. Una didattica interamente fondata su esperienze artificiali che non ha a che fare con il mondo reale è debole. I bambini sono interessati ai problemi veri ed alle cose importanti. Il principio che sta alla base di questa idea è che quando il bambino è protagonista e partecipa in prima persona diviene anche l’artefice della costruzione delle proprie conoscenze e del proprio sapere. Provando e riprovando nel tentativo di risolvere un determinato problema, diviene anche esperto nella soluzione dei problemi in generale.

Regola 6.

All’idea dell’educatore e dell’insegnante come figura centrale è preferibile quella dell’aiuto discreto. Afferma Dewey: “Fa parte del mio credo democratico che l’intelligenza, pur essendo distribuita in modo disuguale, è abbastanza generale perché ognuno abbia da offrire un suo contributo il cui valore può essere determinato quando viene immesso nella finale intelligenza associata costituita dai contributi di tutti”. In altre parole, la scuola è una comunità nella quale nessuno deve essere escluso e spesso accade che, in definitiva, i problemi si risolvano meglio insieme.

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