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L’evoluzione dei metodi biografici: applicazioni in campo linguistico-educativo contemporaneo 1

L’evoluzione dei metodi biografici: applicazioni in campo linguistico-educativo contemporaneo

Parlare o scrivere di sé offre a qualsiasi apprendente, e in qualsiasi lingua, l’opportunità di maturare capacità relazionali, affettive e sociali

Nonostante al giorno d’oggi ci sia un’ampia applicazione dei metodi biografici in ambito di ricerca pedagogica e di formazione, restano ancora pochi gli esempi d’utilizzo di questi strumenti introspettivi nel campo dell’educazione inclusiva. Questo è dovuto in parte alla variabilità che essi possono assumere, in quanto il termine “biografico” può essere attribuito agli approcci più vari, sia teorici che metodologici, purché facciano uso di materiali di tipo biografico e abbiano uno scopo conoscitivo (Saraceno, 1986).

L’ingresso dei metodi biografici nelle scienze dell’educazione

Il genere (auto)biografico è stato fondamentale per le società occidentali, progredendo in base alle contingenze storico-culturali di ogni paese. Ad esempio, a partire dagli studi di Freud nel primo Novecento (Cambi, 2014), i metodi autobiografici hanno permesso un’esplorazione introspettiva dell’Io, dell’Inconscio e della memoria che ha rivoluzionato gli studi sulla personalità. In contemporanea, antropologi come Malinowski, Boas e Levi-Strauss hanno sfruttato tali strumenti per cogliere le sfumature soggettive e le filosofie di vita di gruppi sociali di etnie differenti, valutandone così affinità e divergenze (Aleandri, Russo, 2017).
Per quanto riguarda le discipline educative, dalla seconda metà del Novecento il contributo di tali metodi ha interessato tanto le ricerche in ambito pedagogico (Allouache et al., 2016; Cognigni, 2020) e andragogico (Cardona, Luise, 2019), quanto l’autoformazione dei docenti (a cura di Salvadori, Blondeau e Polimeni, 2020), risultando essenziale per l’apprendimento – specialmente linguistico – di studenti di ogni genere, età e nazionalità.

Metodi biografici per l’educazione linguistica di studenti e migranti

L’applicazione di metodi biografici in contesti scolastici e migratori come l’insegnamento delle lingue straniere o dell’italiano per stranieri, permette di analizzare le dinamiche interne alle classi e la visione che gli apprendenti hanno di sé e delle proprie lingue e culture d’origine (inclusi i dialetti familiari). Allo stesso modo, le metodologie basate su esercizi biografici favoriscono l’acquisizione di una coscienza metacognitiva che crea solide connessioni fra le nozioni apprese e le proprie esperienze di vita, aumentando anche le competenze emotive e relazionali.
In questa prospettiva, gli apprendenti sono i veri protagonisti del proprio percorso formativo e con il tempo acquisiscono coscienza della propria interiorità , dei punti di forza e delle aree di fragilità che necessitano di maggior padronanza. Nel caso specifico di migranti, la lingua seconda diventa la risorsa primaria per l’espressione personale attraverso cui si ricostruisce la propria immagine identitaria in prospettiva dell’integrazione nel Paese di arrivo.

Metodi biografici per la formazione di anziani e docenti

L’uso delle (auto)biografie nei contesti di autoformazione dei docenti di L1 e L2 e di apprendimento linguistico in età avanzata, permette il recupero delle esperienze di vita racchiuse nella memoria tramite stimolazioni percettive, cognitive ed emozionali, che conducono gli apprendenti a un miglioramento nell’abilità di pianificare il proprio futuro secondo i principi del lifelong learning.
Attraverso la scrittura autobiografica, nel caso di docenti, questo esercizio conduce spesso a una ricostruzione più consapevole dei propri percorsi educativi e della complessità dei processi d’acquisizione, influendo in modo positivo sui metodi d’insegnamento. Nel caso di apprendenti in età avanzata, lo studio di una lingua straniera non viene intrapreso per realizzare un desiderio di identificazione e/o comprensione estensiva della comunità dei parlanti nativi, quanto piuttosto per sentirsi parte di un intorno privo di barriere geografiche, culturali e di discriminazione sociale dovuta all’età.

Conclusioni

Incoraggiare a parlare – o a scrivere – di sé, in qualsiasi lingua, e per qualsiasi apprendente, offre la rara opportunità di maturare le proprie capacità relazionali, affettive e sociali. Inoltre, grazie al processo cognitivo indotto dal recupero mnemonico, la conquista del massimo livello d’introspezione, ovvero la completa consapevolezza identitaria, ci rispedisce per paradosso verso l’Altro. Da soggetti che narrano, si diventa oggetti auto-narrati, ma soprattutto lettori consapevoli del Sé come dell’Altro, e delle similitudini e divergenze che rendono ogni racconto di vita tanto vicino, quanto lontano.

Bibliografia

  • Aleandri, G., & Russo, V. (2017). L’autobiografia come metodo educativo, autoeducativo e di ricerca nella prospettiva del «lifelong learning»: progetto per una indagine esplorativa. Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies (ECPS Journal), (16), 295-316.
  • Blondeau, N., Salvadori, E., Allouache, F., Ikeme, K., Aschei, M., & D’Arienzo, S. (2020). AUTOBIOGRAFIE LINGUISTICHE. Italiano LinguaDue, 12(2), 268-296.
  • Cardona, M., & Luise, M. C. (2021). La natura della memoria autobiografica e l’autobiografia linguistica. Il metodo autobiografico nella linguistica educativa per gli anziani. Studi di glottodidattica, 6(1), 44-58.
  • Cambi, F. (2014). L'autobiografia come metodo formativo. Gius. Laterza & Figli Spa
  • Cognigni, E. (2020). Le autobiografie linguistiche tra ricerca e formazione: approcci e metodi di analisi. Italiano LinguaDue, 12(2), 406-418.
  • Galimberti, A. (2017). Analizzare una ricerca narrativa. Aprire campi semantici attraverso polarità complementari.
  • Pavlenko, A. (2008). 18 Narrative Analysis. The Blackwell guide to research methods in bilingualism and multilingualism, 311.
  • Saraceno, C. (1986). Corso della vita e approccio biografico: quadro teorico e metodologico di una ricerca su due coorti di giovani donne.
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