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I mini gialli dei dettati 2
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Il primo giorno da insegnante di sostegno non si scorda mai!

Sia gli insegnanti disciplinari che quelli di sostegno sono insegnanti di tutti gli alunni e le alunne della classe, senza esclusione alcuna.

Qualcuno potrebbe obiettare che quello che non si scorda mai è il primo amore, ma sappiate che le due cose in fondo non sono poi così lontane e che è facile innamorarsi di questo lavoro!

Partiamo dall’inizio. Nel momento in cui state per varcare la porta d’ingresso della prima classe nel vostro primo giorno di servizio, immaginate di incrociare un collega o una collega che da qualche decennio fa il mestiere che voi state appena iniziando. Certamente vi augurerà buona fortuna. Sicuramente voi vorrete bloccarlo o bloccarla lì proprio sulla porta, per fare domande e sapere in anticipo cosa vi aspetta e vi potrà capitare. 

È probabile che la risposta possa essere questa: “Nessuno può dire cosa ti capiterà. È certo che non sarà mai la stessa cosa due giorni di seguito e, anche soltanto per questo motivo, potrà diventare il lavoro più interessante che esiste!”

Il primo ingresso nella prima classe che vi è stata affidata. È questo il momento in cui vi troverete per la prima volta di fronte a un gruppo di ragazze e ragazzi e al collega o alla collega della disciplina in orario.

È molto probabile che, trascorsi alcuni minuti dal vostro ingresso nell’aula di classe, un alunno o un’alunna vi chieda: “Prof., ma lei cosa insegna?”

Una domanda che non va certo sottovalutata. 

È bene chiarire subito alla classe chi siete e cosa fate lì, ma per farlo correttamente dovrete prima di tutto avere le idee ben chiare voi stessi.

La risposta da dare è quella che può funzionare meglio in un determinato contesto e, quindi, non possiamo suggerirla già completa e valida per tutte le situazioni.

Suggeriamo quindi prima di tutto alcuni elementi chiave che, a nostro avviso, la risposta deve contenere:

  • Sono un insegnante di tutta la classe.

  • Collaboro continuamente con gli altri insegnanti.

  • Propongo attività didattiche di gruppo, in collaborazione tra studenti.

  • Sono un attivatore di sostegni per chiunque abbia bisogno di aiuto.

È bene, già da questi primi momenti in classe, dare una particolare importanza e un significato ben chiaro alla parola “sostegni” (e non “sostegno”, attenzione!). Già dall’inizio bisogna chiarire a tutti che di Piero (o di Francesca, o di Luca eccetera) non saremo e non dovremo mai essere noi insegnanti di sostegno i soli a occuparci. Nello stesso tempo, chiariamo con decisione che il nostro contributo è a beneficio di tutti e non di uno solo.

A questa impegnativa dichiarazione di intenti, ovviamente, dovrà fare seguito al più presto la dimostrazione che la nostra presenza porta un reale beneficio al lavoro didattico e, nello stesso tempo, alla crescita delle abilità sociali di tutti, nessuno escluso.

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