IT
I mini gialli dei dettati 2
Carrello
Spedizioni veloci
Pagamenti sicuri
Totale:

Il tuo carrello è vuoto

|*** Libro Quantità:
Articoli e appuntamenti suggeriti

Fare scuola all’aperto con i classici della letteratura

Esperienze di lettura e scrittura creativa outdoor alla scuola primaria e secondaria di primo grado

Ci sono libri che ti cambiano la vita. O meglio, ci sono libri che ti indicano una strada che poi ti cambierà la vita. A me è accaduto all’inizio della carriera di insegnante di scuola primaria; una scuola di periferia di Bologna a fine anni Settanta-inizio anni Ottanta. Mi sedevo con i bambini delle classi prime, nei pomeriggi dopo la scuola, su collinette di terra di riporto che di volta in volta diventavano territori Apaches, impervi campi da calcio o terreni di scorribande indiavolate.«Maè, cunta...» mi dicevano; così raccontavo e leggevo storie, a volte fino all’imbrunire. 

Loro, che a scuola erano inquieti e disattenti, rimanevano fermi e rapiti ad ascoltare di come Ulisse se la fosse cavata con Polifemo o di quando il capitano Achab aveva ingaggiato la lotta con la sua balena bianca.

Li osservavo e mi chiedevo cosa in realtà tenesse viva così a lungo la loro attenzione. Poi capii che le storie che li affascinavano erano quelle ad alto spessore di senso, quelle che in realtà parlavano di loro, del fatto che si possono superare ostacoli indicibili, che si può evadere dal grigiore della vita di periferia.

Perché leggere i classici?

I classici, quelle storie intramontabili ricche di senso, sono quelle che coinvolgono anche noi adulti e rispondono alla struttura narrativa del viaggio dell’Eroe: dal mito di Apollo a Harry Potter, l’Io deve compiere il viaggio per autorealizzarsi, toccando la nostra parte più autentica e profonda. L’Eroe e i personaggi che lo circondano, corrispondono ad archetipi che hanno la funzione drammaturgica di toccare profonde corde del lettore e consentirgli così il processo di identificazione che porta a un coinvolgimento attivo e partecipe nella storia. 

Ma perché ciò avvenga, la qualità della scrittura deve essere alta, il ritmo narrativo coinvolgente.

E se la qualità è alta, poco importa al bambino di non conoscere il significato di tutte le parole: in breve tempo, catturato dalla narrazione e col tramite della meraviglia e dell’intuito, imparerà a contestualizzare e a comprendere a livello globale, in un proficuo allenamento mentale e di acquisizione di nuovi vocaboli e strutture semantiche.

Perchè all’aperto?

L’incontro tra la lettura e il luogo dove effettuarla può essere una sinergia molto potente. 

Portare outdoor, fuori dalle mura scolastiche, la narrazione significa ampliare una risonanza, poiché tutto il corpo diventa protagonista dell’ascolto. 

Leggere e lavorare all’aperto restituisce ai bambini un tempo dilatato, quello che permette al pensiero di avere spazio, all’immaginario di svelarsi e alla creatività di trovare nuove strade di espressione; il corpo è libero di muoversi, trovare posizioni idonee al momento, vivere esperienze e quindi imparare.

I cinque sensi sono un veicolo importante per condurre i bambini nel cuore della storia; a volte basta un solo stimolo sensoriale perché in pochi istanti entrino mente e corpo nel narrato. Raccogliersi sotto un arbusto di alloro e sentirsi sfiorare dai suoi rami può rafforzare il coinvolgimento mentre si ascoltano le parole di Ovidio che narra di quando Dafne si trasformò in pianta; il caos del traffico cittadino per alcuni capitoli de “La bussola d’oro”; un bar di periferia per “Momo”, un mattino di fitta nebbia per “Il drago della fumana” e via secondo intuizioni, creatività e inventiva degli insegnanti.

E poi?

Una lettura all’aperto, quasi sempre, porta a sviluppi, idee, proposte, giochi di identificazione; alcune volte seguire queste tracce può essere interessante. Leggere storie con personaggi e avventure complessi in uno spazio aperto e stimolante e lasciare che poi l’ascolto evolva in un gioco dove raccontarsi come altro da sé offre loro non solo la possibilità di soddisfare un desiderio di avventura, ma una strada per ampliare lo spettro interiore delle emozioni e dell’esperienza, esorcizzare paure, rielaborare situazioni o suggerire come risolvere un conflitto.

L’osservazione attenta dell’operare dei bambini ci offre quindi l’occasione per conoscerli meglio e capire dove, come, quando e se affiancarli anche poi nelle attività didattiche in classe, perché le modalità di approccio alla difficoltà seguiranno gli stessi schemi.

Leggi anche...
Ti potrebbero interessare...