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I mini gialli dei dettati 2
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Ripensare l’educazione e l’istruzione con il Sistema Integrato 0-6

Accesso universale e qualità dei servizi sono le due sfide principali da affrontare per l’educazione e l’istruzione di bambini e bambine nella fascia d’età da 0 a 6 anni

Il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 ha istituito il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai 6 anni con la finalità di garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini pari opportunità di sviluppo delle proprie potenzialità sociali, cognitive, emotive, affettive, relazionali in un ambiente professionalmente qualificato, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, sociali e culturali.
Per realizzare tali obiettivi il sistema integrato propone una visione unitaria del percorso educativo, articolato in tre tipologie principali di servizio:

  • il nido (o micronido), che accoglie bambini e bambine dai 3 ai 36 mesi di età, e la sezione primavera per quelli tra i 24 e i 36 mesi;

  • i servizi integrativi che, con diverse formule organizzative e progettuali, arricchiscono l’offerta educativa sui territori per la fascia 0-3: servizi educativi in contesto domiciliare (nidi in famiglia, nidi famiglia, Tagesmütter, tate, …), spazi gioco, centri per bambini e famiglie;

  • le scuole dell'infanzia per bambini e bambine dai 3 ai 6 anni.

Il decreto 65/2017 considera obiettivi strategici sia l’estensione dei servizi educativi per l’infanzia sia la generalizzazione quantitativa e qualitativa della scuola dell’infanzia. 

Per quanto riguarda i nidi e i servizi educativi per l’infanzia, permangono importanti criticità: una carenza strutturale nella disponibilità di servizi educativi rispetto al potenziale bacino di utenza, una distribuzione disomogenea sul territorio nazionale e vincoli di natura economica in quanto i costi dei servizi limitano l’accesso alle famiglie a basso reddito e a rischio povertà. In base ai dati più recenti, relativi all’anno educativo 2018/19, i posti a disposizione negli asili nidi e servizi per la prima infanzia sono arrivati a 25,5 ogni 100 minori, decisamente inferiori all’obiettivo europeo di 33 posti ogni 100 bambini/e. È necessario un aumento di quasi 300mila posti per raggiungere una copertura pari ad almeno il 33% attraverso asili nido pubblici. Ma è fondamentale, inoltre, ridurre il divario tra i territori. A fronte di un centro-nord che ha quasi raggiunto l’obiettivo europeo (32%) e dove in media 2/3 dei comuni offrono il servizio, nel Mezzogiorno i posti ogni 100 bambini sono solo 13,5 e il servizio è garantito in meno della metà dei comuni (47,6%). La differenza è di 18,5 punti: a Bolzano quasi 7 posti ogni 10 bambini, a Catania e Crotone quasi 5 su 100 bambini. Un’altra frattura è quella tra i maggiori centri urbani dove il servizio è più diffuso e i comuni delle aree interne dove manca una capillare rete di servizi: sono 13,8 i punti di divario tra i comuni polo, baricentrici in termini di servizi, e quelli periferici e ultraperiferici. 

A differenza degli asili nido, nel contesto europeo il dato italiano di partecipazione all’istruzione pre-primaria risulta tra i più elevati (94,6% di minori tra i 3 e i 5 anni che è superiore alla media UE e leggermente inferiore al target europeo pari al 96% da raggiungere entro il 2030). Non sussistono significativi divari territoriali in quanto tutte le regioni italiane raggiungono il target europeo minimo del 90% fissato nel 2002, ma non tutte quella del 96% stabilita nel 2021. 

Nidi, servizi integrativi e scuole dell’infanzia svolgono un’importante funzione pedagogica e condizionano lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale dei bambini e delle bambine, con benefici che si manifestano nell’arco dell’intera vita scolastica e lavorativa.

Assicurare a tutti i bambini e a tutte le bambine accesso a questi servizi è una priorità per garantire ad ogni bambino il diritto soggettivo all’educazione. Allo stesso tempo, l’accesso non è sufficiente, ed è necessario garantire anche la qualità dei percorsi educativi. Ciò per assicurare che ciascuna bambina e ciascun bambino vengano riconosciuti e accolti nella propria unicità e diversità, vivano esperienze ricche e diversificate, e abbiano l’opportunità di socializzare con coetanei e adulti diversi dalle figure parentali. Un sistema di istruzione 0-6 deve quindi essere fondato su criteri quali l’accessibilità, l’inclusività, la professionalità del personale, l’accurata ed equilibrata progettazione del curricolo, sistemi efficaci di monitoraggio e valutazione e finanziamenti adeguati.

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