È noto che il rapporto, positivo o negativo, che si instaura fin dai primi anni di scuola con la matematica può modificare il livello di autostima e la percezione che l’alunno ha di sé, fino a condizionarne spesso le scelte relative al proprio percorso di studi. Chi arriva all’università sa già se la matematica gli piace o no e tale convinzione, qualunque essa sia, è ormai ben radicata.
La matematica, per molti studenti ed ex-studenti, è una materia arida, fredda, incomprensibile, caratterizzata da formule da memorizzare, procedure da seguire, definizioni da ripetere parola per parola, simboli astrusi da manipolare. Parafrasando P. Lockhart in Contro l’ora di matematica (Lockhart, 2010), questa più che la matematica sembra essere solamente la triste caricatura a cui l’ha ridotta la scuola. Tale disaffezione per questa disciplina sembra dipendere molto dal tipo di trasposizione didattica messa in atto, cioè dal lavoro di adattamento, di trasformazione del sapere accademico in oggetto di insegnamento in funzione del luogo, dei destinatari e delle finalità educativo-didattiche che ci si pone.
Quali principi possono guidare la didattica per motivare e facilitare l’accesso ai concetti e ai linguaggi propri della matematica? Quali sono gli interventi metodologici più adatti per ciascun bambino?
Qual è l’ambiente di apprendimento più indicato affinché ogni alunno possa fare domande, fare scoperte anche «errando» e condividere significati?
«Non si deve, ma si può fare matematica» è il sottile filo rosso che accomuna le diverse proposte educativo-didattiche del libro “Matematica e DSA”: una guida didattica con materiali operativi per la scuola primaria. Questa guida propone percorsi a supporto di quelle criticità che si possono incontrare quando l’insegnante «entra in classe», al fine di agevolarlo nel riconoscimento dei processi messi in atto dall’alunno e, in questo modo, predisporre attività finalizzate allo sviluppo, al potenziamento o al recupero degli stessi. L’obiettivo è quello di riuscire ad affrontare di promuovere forme di insegnamento-apprendimento capaci di includere tutti gli alunni, anche quelli con Difficoltà o Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
L’apprendimento in matematica procede in modo indipendente da quello della letto-scrittura; il sistema numerico è dominio specifico, ha un suo linguaggio che necessita di essere appreso e arricchito attraverso situazioni di apprendimento volte a sviluppare e potenziare l’area semantica, lessicale e sintattica. Per queste ragioni è necessario che il docente sappia cogliere il livello di partenza di ogni alunno per riuscire a proporre percorsi, anche differenziati, che salvaguardino la motivazione, che siano mirati al consolidamento delle conoscenze e delle abilità già acquisite e si proiettino, infine, al raggiungimento dei concetti e dei linguaggi specifici della disciplina.