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I mini gialli dei dettati 2
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Conoscenza appresa e conoscenza compresa 1

Conoscenza appresa e conoscenza compresa

Il confine che divide l’essere dall’avere

Conoscenza compresa e conoscenza appresa non sono la stessa cosa, anzi, tra loro c’è un confine affatto sottile che divide l’essere dall’avere; che distingue cioè, quell’essere consapevole e artefice del proprio cammino da quell’avere inteso come solitaria acquisizione di cose o nozioni destinate all’immobilità del loro senso.

Siamo di fronte a due diverse strade: l’apprendimento, senza accesso alla comprensione e con la sola memorizzazione, si costruisce e risolve in un bagaglio di dati potenzialmente disponibili. Invece, la comprensione di quegli apprendimenti porterà alla loro generalizzazione, intesa come capacità di usarli che, a sua volta, produrrà progresso nella conoscenza. Tale raggiunta nuova conoscenza aprirà, in fine, la strada ad altri apprendimenti, alimentando così un circolo virtuoso.

Lo stesso divario esistente tra conoscenza compresa e appresa rappresenta, per estensione, la medesima distanza che sussiste tra i concetti di integrazione e inclusione. Non basta assumere, aumentare o «portare dentro» informazioni o persone. Bisogna che anche le persone, come le informazioni, siano accolte in una disponibilità che le faccia sentire e diventare non un’aggiunta o un supplemento inerte ma vera e propria sostanza condivisa. E ciò sarà possibile soltanto se si saprà cogliere con la propria mente il senso infinitamente costruttivo che può giungere dalla reciprocità e dalle risorse presenti nella diversità.

L’articolo completo “Conoscenza appresa e conoscenza compresa” è disponibile sul >numero di settembre 2021 della rivista Erickson “DIDA


 

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