Mi chiamo Mary e insegno Lingua e Civiltà Inglese in un Liceo delle Scienze Umane. Come tutti i miei colleghi, lo scorso anno scolastico, ho insegnato a distanza e ho cercato di creare dei momenti in cui gli studenti potessero lavorare a coppia o in piccolo gruppo per favorire il confronto e allo stesso tempo per creare delle opportunità formative più coinvolgenti: alcuni studenti hanno scritto alla direttrice della Tate Modern, Frances Morris, chiedendole di collegarsi con loro per poi intervistarla, mentre altri hanno invitato l’ambientalista Kristal Ambrose nell’ambito del loro percorso di Ed. Civica in inglese. Una delle attività che, però, a mio avviso ha messo in luce il talento dello studente con disabilità è stata realizzata in una classe seconda.
Il docente tirocinante (TFA sostegno) ed io abbiamo chiesto allo studente di essere “insegnante per un giorno” e spiegare alla classe come realizzare mappe mentali attraverso un’applicazione. Lo studente ama le tecnologie ed ha preparato molto bene la sua lezione. Non solo è stato in grado di spiegare alle sue compagne e ai suoi compagni tutte le funzioni che è si possono utilizzare, ma ha anche svolto l’attività di tutor durante i lavori di gruppo, rispondendo ad eventuali dubbi o a domande che venivano poste.
Credo che questa attività abbia molte caratteristiche inclusive: si è partiti, infatti, dalle competenze dello studente, dalla sua passione per le TIC e ciò gli ha permesso di ottenere gratificazione e motivazione; tutti gli studenti, inoltre, hanno lavorato in piccolo gruppo co-costruendo il loro sapere e hanno avuto l’opportunità di presentare al resto della classe e agli insegnanti le mappe prodotte.