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Lo sviluppo del talento per una scuola più equa e inclusiva 1

Lo sviluppo del talento per una scuola più equa e inclusiva

Una sfida educativa per la scuola italiana ai tempi della pandemia

Secondo le stime, il 5-8% degli studenti italiani è plusdotato. Ciò significa che in una classe di 20 persone ce ne sono uno se non due. Eppure in Italia si parla poco di plusdotazione. Nel contesto statunitense, già da decenni, nel sistema scolastico è riconosciuta l’importanza di individuare e stimolare gli studenti plusdotati. Vi è grande attenzione ed interesse per l’individuazione e sostegno di questi studenti ed esperienza nello sviluppo di progetti individualizzati e personalizzati e programmi di accelerazione.
In Italia, invece, l’individuazione e presa in carico dello studente plusdotato è affidata prevalentemente alla sensibilità e attenzione delle singole scuole ed è solo a partire dal 2019 che il Ministero dell’Istruzione ha riconosciuto formalmente la plusdotazione all’interno del sistema dei Bisogni Educativi Speciali.

Ma che cos’è la plusdotazione? I plusdotati, secondo il modello a tre anelli di Renzulli, dimostrano elevata capacità, cioè abilità superiori alla media in qualsiasi campo (intellettuale, artistico, musicale, atletico, ecc.), creatività, ed impegno nel compito. I plusdotati sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze che hanno ritmi diversi rispetto ai loro pari: apprendono con facilità, memorizzano senza fatica, hanno una capacità di pensiero astratta molto sviluppata, hanno interessi molto profondi per una o più specifiche discipline, manifestano una forte sensibilità emotiva. Sono caratterizzati da uno sviluppo asincrono in cui abilità cognitive sviluppate si combinano con un'elevata sensibilità creando un livello di consapevolezza qualitativamente differente dalla norma.

Dietro questo sviluppo asincrono, tuttavia, si nascondono molte insidie, perché è proprio nel disallineamento tra sviluppo cognitivo e fisico/emotivo che può generarsi stress emotivo e disagio sociale, soprattutto quando questo alto potenziale non viene riconosciuto e adeguatamente supportato. Un esempio di fenomeno negativo, legato al mancato riconoscimento dell’alto potenziale di tali bambini/e e ragazzi/e, è rappresentato dall’underachievement (discrepanza tra il rendimento scolastico e gli indici di capacità), che in molti casi produce drop-out (abbandono scolastico più o meno precoce) e/o problematiche connesse al disagio socio-relazionale.

È importante ricordare inoltre che nelle classi possono essere presenti alunni e alunne con doppia e multi-eccezionalità, cioè plusdotati che manifestano anche difficoltà che possono ostacolare lo sviluppo di specifici talenti, come ad esempio i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), disturbi della personalità, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, deficit da attenzione e/o iperattività (ADHD), disturbi dello spettro autistico, ecc. Per la scuola, quindi, secondo Clarissa Sorrentino e Stefania Pinnelli, “accogliere la sfida dell’inclusione… significa porre attenzione ai bisogni specifici degli studenti plusdotati, alle loro esigenze didattiche ed educative” . Ma, concretamente, come si riconoscere un ragazzo o una ragazza plusdotato? Come si gestisce a scuola? Cosa dovrebbe fare la scuola per questi ragazzi e ragazze?

Questi temi verranno approfonditi al Convegno Internazionale di Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”, che vedrà ospite al Workshop WS3 del 12 novembre Stefania Pinnelli (Università del Salento) e Lara Milan (SEM Italy). Joseph Renzulli, Sally Reis e Lara Milan, moderati da Francesco Zambotti, saranno virtual Qnote speakers il 24 novembre.

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