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Il potere salvifico del teatro contro la tristezza da lockdown 1

Il potere salvifico del teatro contro la tristezza da lockdown

Eleonora Dalfelli, insegnante e pedagogista, risponde alla suggestione “Che tipo di insegnamento hai tratto dalla pandemia?”

Un'associazione per supportare ragazze e ragazzi con disabilità, nata spontaneamente su iniziativa di alcune famiglie, che si autofinanzia per realizzare le proprie attività. Una situazione di lockdown come quella vissuta l’anno scorso che rende ancora più difficile la socializzazione e l’espressione di sé, in particolare per chi vive una condizione di disabilità. È in questo contesto che è maturata l’esperienza teatrale “Centro Recupero emozioni”, proposta ai ragazzi e alle ragazze dell’associazione “Oltre il guscio” di Moiano, in provincia di Napoli, attraverso il coinvolgimento di due attori professionisti.

L’idea era quella di risollevare l’umore dei ragazzi che stavano risentendo pesantemente del lockdown dal punto di vista emotivo, creando per loro degli spazi di condivisione, di espressione e di ascolto reciproco. L’esperienza si è sviluppata all’inizio attraverso una serie di incontri online, condotti dagli attori Monica Maiorino e Aldo De Martino ed è poi culminata in un happening teatrale in presenza che si è svolto quest’estate, a fine luglio, negli spazi della bellissima abbazia di Crapolla a Vico Equense, in provincia di Napoli.

Come è partita e come è stata vissuta questa esperienza? Scopriamolo dalle parole di Monica Maiorino che ha condotto gli incontri assieme al marito: “A marzo di quest’anno siamo stati contattati dall’associazione Oltre il guscio con la richiesta di aiutare i ragazzi, attraverso il teatro, a uscire dallo stato di grande tristezza in cui si trovavano a causa del lockdown. Io e mio marito all’inizio avevamo qualche perplessità, legata al fatto che l’esperienza teatrale è difficilmente riproducibile attraverso gli schermi. I nostri dubbi e le nostre perplessità sono però stati fugati già dal primo incontro. Il teatro è ascolto, e noi abbiamo ascoltato. Il teatro è racconto, e i ragazzi si sono raccontati. Nel teatro non c’è giudizio, e nessuno si è sentito giudicato. È stata un’esperienza bellissima, in cui abbiamo visto accadere delle trasformazioni, che in qualche caso sono sembrati dei veri e propri miracoli. Abbiamo riso molto, è stato davvero bello per tutti e sicuramente siamo riusciti nell’obiettivo di risollevare umori e stati d’animo spenti e intristiti dai tanti mesi di clausura”.

Attraverso questa esperienza teatrale, ragazze e ragazzi hanno potuto esprimere i propri vissuti, le proprie esperienze ed emozioni, scegliendo il modo a sé più consono. Le storie di ciascuno sono state poi trascritte, lette e recitate. Ne è nato anche un bellissimo libro che raccoglie tutte queste storie e che è stato illustrato da Stefano, un ragazzo autistico che fa parte dell’associazione “Oltre il guscio”. Lo potete sfogliare e leggere qui sotto, con le sue storie belle ed emozionanti.

Susi Di Martino, una delle mamme che hanno fondato l’associazione, spiega così le attività di “Oltre il guscio”: “Siamo un’associazione piccola, nata nel 2018 e formata da una ventina di persone. Si va da ragazzini di 10-11 anni fino ad arrivare a me, che ne ho 61 e sono la più anziana del gruppo. Con noi ci sono anche ragazzi e adulti normodotati, che credono nel valore dell’inclusione. Finanziamo da soli le nostre attività, che organizziamo con tanto entusiasmo. Abbiamo portato i ragazzi, anche paraplegici, su sentieri di montagna per permettere loro di ammirare paesaggi bellissimi. Siamo andati in visita a una fabbrica di ceramiche per far provare ai ragazzi l’esperienza di realizzare qualcosa con le loro mani. Siamo stati a Posillipo a pulire una spiaggia. Poi con il lockdown abbiamo dovuto fermare le nostre uscite, ma abbiamo continuato in modo diverso con l’esperienza teatrale che è stata davvero bella e significativa”.

E ora come proseguiranno le attività? “L’8 ottobre riprendiamo con gli incontri teatrali online”, risponde Monica Maiorino. La meravigliosa esperienza che abbiamo vissuto ci ha confermato ancora di più nella convinzione del potere salvifico dell’arte nei confronti di tutti. Abbiamo lavorato con un gruppo inclusivo. Questo è lo scopo nostro e dell’associazione: far comprendere che la disabilità può essere una risorsa e non un limite. Una società che include è una società più forte”.

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