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I mini gialli dei dettati 2
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Apprendere creativamente per apprendere più efficacemente

Idee e strategie suggerite da Alessandra Falconi, esperta di educazione ai media e creatività digitale, per fare scuola mettendo in moto la fantasia e l’immaginazione dei bambini

L’epidemia di Covid di quest’anno ha creato, a livello scolastico, una situazione imprevista che ha stimolato gli insegnanti a ricorrere alla creatività per tenere in equilibrio il «buono» e il «fondamentale» della scuola.

La competenza, ma anche la fantasia e la professionalità, hanno dato forma a idee, progetti e percorsi che hanno tenuto in vita l’idea di una scuola come possibilità di scoperta collettiva e appassionante del mondo.

Anche quando il mondo sembrava avere ben poco da dare agli alunni e alle alunne.

Secondo la definizione data da Alberto Manzi, l’indimenticabile maestro della trasmissione RAI degli anni Sessanta “Non è mai troppo tardi”, la creatività è «la capacità produttiva della ragione, strettamente legata alla fantasia che offre quella inventività necessaria ad affrontare con spirito nuovo e senza limitazioni derivanti da pregiudizi ogni problema».

Durante l’emergenza ho osservato e cercato di sostenere maestre e professoresse che volevano usare questo tempo per riformulare le loro domande rispetto al senso più profondo del fare scuola e che sentivano con urgenza il bisogno di «creatività», anche a livello personale e non solo professionale.

Come ci ricorda Manzi, «L’apprendimento è più efficace se viene fatto in maniera creativa, ossia se spinge a immaginare, ad osservare, a dimostrare, a esplorare, a sperimentare, a verificare».

Occorre allora saper progettare la manipolazione di strumenti e cose, il dialogo concreto con gli oggetti, con i materiali, affinché il bagaglio culturale dell’alunno (le sue conoscenze pregresse) possa emergere e lasciarsi modificare e precisare dalle nuove esperienze che dovrebbero ristrutturare tutto il suo sapere.

Qualcosa di saputo e qualcosa di sconosciuto sono costantemente in tensione: è da qui che possiamo osservare il mettersi al lavoro della creatività, dell’immaginazione, della fantasia. La strada verso questi approfondimenti è stata percorsa con tante idee e strategie. Ne cito di seguito alcune.

Disegnare partendo da stimoli sonori: il suono ha avuto un ruolo importantissimo in questa quarantena. È stata una delle possibilità di tenere insieme il prima, l’oggi e il domani. La voce dell’insegnante e degli altri bambini, il canto, suoni diversi, hanno ispirato la possibilità di raccontare visivamente il silenzio, di metterlo dentro la cornice del disegno.

Far emergere i tanti punti di vista: la didattica creativa che alcuni docenti sono riusciti a proporre ha potenziato la speranza di poter sempre vedere anche qualcos’altro: dall’insalata che diventa un ritratto alla foglia che diventa una geografia… nei bambini si è nutrita la pluralità del punto di vista.

Intrecciare il piacere di scoprire le discipline con proposte visive: fare «scienze» con un disegno che fa ipotesi, propone idee, esprime piccoli e grandi saperi. Cosa accade dentro un uovo di gallina? Come si arriva al pulcino? A Milano, una seconda classe primaria ha ragionato su diverse ipotesi, proprio partendo dall’immaginazione e dall’esperienza dei bambini condensate in un disegno.

Il mondo a portata di mano / Cosa vedi dalla finestra: le finestre sono state aperture per uscire da casa, delle vere e proprie «scoperte». L’osservazione del cielo di notte, con le stelle; quella di giorno con le nuvole, oppure con lo spostamento del sole… anche in questo caso, una sostenibile creatività ha dato inizio a possibilità di fare e capire.

Il mondo che attendi/Cosa non vedi dalla finestra: «Non vedo un ragno che calpesta un piranha, che cerca di mangiare delle scarpe jet… un leone che ruggisce per la puzza», che ha permesso ai bambini di tenere vicino a sé quelle possibilità che non erano possibili nella realtà che stavamo vivendo. Questa apertura ad un possibile si manifestava e palesava grazie al disegno, alla metafora e all’arte. Sollecitare l’immaginazione è importante non solo perché è proprio l’immaginazione ad essere necessaria allo sviluppo di nuove ipotesi e di nuove possibilità di capire, ma anche perché crea nel bambino una «abitudine» al pensare in modo creativo.

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