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All’università e nel mondo del lavoro con la dislessia

I consigli di tre ragazzi con DSA attivi all’interno dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) ad altri ragazzi con DSA che devono scegliere l’Università o entrare nel mondo del lavoro

Francesco ha 30 anni, è laureato in Scienze dell’educazione e lavora come educatore. Martina ha 23 anni e studia Giurisprudenza presso l’Università di Sassari. Camilla ha 25 anni e, oltre a studiare Giurisprudenza, lavora da alcuni anni nell’ufficio amministrativo di una società che si occupa di forniture mediche.
Francesco, Martina e Camilla, a un certo punto della loro vita, si sono trovati tutti e tre ad affrontare lo stesso problema: quello della dislessia. Oggi tutti e tre hanno deciso di dedicare una parte del proprio tempo per cercare di migliorare la condizione di chi, come loro, soffre di questo disturbo, entrando a far parte dell’Associazione Italiana Dislessia (AID). Nel corso di un webinar organizzato dall’AID a cui hanno partecipato, Francesco, Martina e Camilla hanno risposto a molte domande sulla loro esperienza personale con la dislessia. Ne sono emersi spunti e suggerimenti utili, in particolare per studenti universitari e per i giovani che si affacciano per la prima volta sul mondo del lavoro. Ecco, in sintesi, che cosa è emerso nel corso del webinar sui principali argomenti che sono stati trattati.

Come si possono affrontare le difficoltà legate allo studio?

Molti ragazzi, oltre ad essere dislessici, hanno anche difficoltà di attenzione e iperattività. È perciò importante che ognuno riesca a trovare un proprio equilibrio e delle strategie personali per affrontare questi disturbi. I sussidi tecnologici possono essere molto utili da questo punto di vista, in particolare la sintesi vocale che aiuta a mantenere la concentrazione e scandire bene il tempo, intervallando sessioni di studio non troppo lunghe a momenti di pausa, in maniera tale da non stancarsi troppo e ottenere dei risultati che incoraggino a proseguire.
Sul sito dell’AID, poi, si trovano moltissime informazioni sugli strumenti compensativi. È importante che ciascuno studente individui quali sono gli strumenti più adatti alle sue esigenze, cosa che si può capire solo sperimentandone l’uso. Anche la componente psicologica è fondamentale: non bisogna demoralizzarsi perché non si è riusciti a fare ciò che ci si era prefissati, ma provare a riorganizzarsi senza perdere la volontà di raggiungere gli obiettivi.

Quali sono i consigli per scegliere il corso di studi universitario più adatto?

Soltanto lo studente dislessico può scegliere ciò che più gli è congeniale. Naturalmente è necessario superare i test delle facoltà a numero programmato con una preparazione adeguata, non solo dal punto di vista delle conoscenze, ma più ancora con la consapevolezza di dover affrontare una prova importante e impegnativa per tutti, non solo per le persone con DSA. Quindi non ci si deve demotivare se si viene bocciati al primo tentativo. Nessuna facoltà è preclusa se si è determinati a frequentare un determinato corso di studi.
Vista l’estrema eterogeneità dei servizi rivolti agli alunni dislessici nei vari atenei, per scegliere l’Università è importante recarsi agli open day o comunque informarsi presso gli uffici preposti. All’università non è previsto un Piano didattico personalizzato ma gli studenti con DSA vengono seguiti da un tutor di facoltà che li supporta nel rapporto con i docenti, sia per la didattica che per lo svolgimento degli esami.

Qual è il metodo di studio più efficace per un ragazzo con dislessia?

Anche per quanto riguarda il metodo di studio, la cosa più importante è conoscere le proprie modalità di apprendimento per individuare quello più adatto per se stessi. Non bisogna comunque aver paura di sperimentare nuove modalità perché queste possono consentire di migliorare il proprio approccio allo studio e renderlo più efficace, riducendo la fatica, che è il principale fattore critico per le persone con DSA.
Le strategie e le modalità di studio possono cambiare a seconda del tipo di esame o della mole di materiale da preparare. Un metodo utile per organizzare il proprio tempo consiste nell’appendere nella propria stanza un planning nel quale inserire la programmazione delle proprie attività giorno per giorno: questo permette di monitorare i propri progressi e di rendere gli obiettivi giornalieri raggiungibili.
Anche durante la giornata è opportuno organizzare lo studio dividendo il materiale in piccoli step. Avere piccoli obiettivi consente di raggiungere il risultato e quindi di innescare un circolo virtuoso che porta al successo nello studio.

Che suggerimenti potete dare ai ragazzi con DSA per la compilazione del curriculum?

È consigliabile utilizzare il modello di curriculum europeo e compilarlo tenendo sempre conto delle richieste dell’azienda cui ci si rivolge. Va dato spazio anche a competenze trasversali come hobby, viaggi o attività di volontariato. Negli anni scorsi, AID ha avviato un progetto sperimentale di counseling chiamato “Dyslexia@work”, il cui obiettivo è quello di aiutare sia i giovani con DSA in cerca di lavoro sia coloro che vogliono trovare una nuova occupazione più aderente ai propri desideri. Nell’ambito di questo progetto, i ragazzi hanno ricevuto una formazione generale sulle difficoltà che può incontrare un giovane dislessico nel mondo del lavoro e sulla normativa vigente. Inoltre hanno messo a fuoco i propri punti di forza e le proprie aspirazioni attraverso colloqui individuali, hanno imparato a scrivere un curriculum efficace e a sostenere un brillante colloquio di selezione. Nel prossimo futuro, una volta conclusa la fase sperimentale, AID valuterà se offrire questo servizio di counseling ai propri soci.

Come approcciare lo studio delle lingue straniere, in particolare dell’inglese?

Indubbiamente le lingue straniere, e in particolare l’inglese, sono una vera e propria bestia nera per molti dislessici. Ci sono tuttavia molte app che consentono di imparare nuove parole attraverso dei giochi, rendendo divertente e meno faticoso l’apprendimento. Un altro approccio consiste nel guardare film in lingua originale per calarsi completamente nella lingua. Quest’ultima attività può essere fatta attraverso un approccio graduale che consiste nel guardare il film prima in italiano, poi in lingua originale con i sottotitoli in italiano e dopo con i sottotitoli in lingua originale. In questo modo si riesce a seguire bene il film e la comprensione è più semplice.
Per quanto riguarda le certificazioni che attestano il livello di conoscenza delle lingue, è importante seguire un corso di preparazione, in modo da arrivare già allenati e con un bagaglio di conoscenze utile ad affrontare le prove.

Quale ruolo hanno gli adulti nella vita di un ragazzo con DSA?

Gli adulti giocano un ruolo fondamentale nel sostenere i ragazzi nei momenti di difficoltà perché non si scoraggino e comprendano l’importanza della scuola e la necessità di affrontare la fatica e anche gli insuccessi. Non è facile per un ragazzo con DSA tenere sempre presente l’obiettivo da conseguire e trovare la motivazione quando si presentano difficoltà che possono sembrare insormontabili. Per questo, avere almeno un adulto di riferimento è spesso indispensabile per raggiungere la mèta prevista.
Con l’età arriva la consapevolezza delle proprie capacità, ma non si dimenticano gli insegnamenti ricevuti.

Com’è possibile, per ragazzi che frequentano la scuola secondaria di primo o secondo grado, entrare a far parte del Gruppo Giovani dell’Associazione Italiana Dislessia?

Non tutte le sezioni dell’Associazione Italiana Dislessia hanno un Gruppo Giovani, e non tutti i gruppi esistenti hanno le stesse caratteristiche e partecipanti con la stessa fascia di età. Bisogna rivolgersi alla sezione di appartenenza per sapere se sul proprio territorio esiste un Gruppo Giovani.
Molto utile può essere poi, per tutti, il servizio Help-line di AID che risponde quotidianamente sia via mail che telefonicamente a tutti coloro che ne hanno bisogni.

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