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A settembre si ritorna a scuola…

Attenzione al distanziamento ma anche alla cornice emotiva

A settembre riprenderanno le attività didattiche in presenza dopo l’emergenza dovuta al Covid-19 che ha costretto circa otto milioni di studentesse e di studenti a lasciare, dall’oggi al domani, le loro aule e proseguire negli apprendimenti attraverso la didattica digitale a distanza con le ben note difficoltà.

Si tratta, pertanto, di un ritorno a scuola fortemente auspicato ma sicuramente non semplice in quanto occorre contemperare sia il diritto allo studio sia quello alla salute, progettando una ripresa in presenza ed in sicurezza.

Ogni scuola è chiamata a rivedere, in questo periodo che precede il ritorno tra i banchi, gli aspetti della propria organizzazione per garantire la sicurezza nel rispetto delle indicazioni delle Linee Guida del Ministero dell’Istruzione e del Comitato Tecnico Scientifico.

Il riavvio dell’anno scolastico richiede, quindi, una piena valorizzazione dei preziosi strumenti dell’autonomia scolastica, ormai ventennale, per rimodulare orari, riconfigurare gruppi classe, organizzare ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, ricercare nuovi spazi, in un’ottica di integrazione e di alleanza con il territorio, sottoscrivendo specifici accordi, quali “Patti educativi di comunità”.

Far risuonare la campanella a settembre non sarà certamente un’operazione banale.

A tal proposito è opportuno sottolineare che se è indubbiamente necessario garantire il diritto allo studio nel rispetto delle indicazioni finalizzate alla prevenzione del contagio è, altresì, importante curare il benessere socio-emotivo degli allievi e delle allieve.

Nel periodo di lockdown forzato e sospensione dell'attività didattica, dovuti all'emergenza Covid-19, molti giovani, oltre a vivere l’interruzione improvvisa della partecipazione a un contesto socio-educativo di peculiare importanza con stravolgimento di routine funzionali ai percorsi di crescita individuali, hanno sperimentato, sempre a causa del virus, la malattia o la scomparsa di una persona cara o la perdita del lavoro da parte di uno o entrambi i genitori o, ancora, hanno assistito a scene di maltrattamento domestico, accentuato dallo stato di isolamento forzato, come testimoniato dalla crescita esponenziale di casi di donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza.

Molti allievi hanno trascorso ore ed ore in strada, non sempre luogo sicuro, specialmente in territori caratterizzati da povertà educativa e devianza; altri, ancora, sono stati impegnati per lungo tempo in videogiochi spesso dal contenuto aggressivo.

Queste esperienze hanno influito in maniera significativa sulla vita emotiva dei giovani, che potrebbero aver avuto poche o nessuna occasione di verbalizzare le diverse emozioni sperimentate.

Sicuramente non si potrà ritornare a fare le cose come se non fosse accaduto niente.

Come ri-accogliere in classe, quindi, bambini e ragazzi portatori di vissuti così importanti, attenzionando adeguatamente ogni storia?

Alla luce di tale premessa, è evidente che il rientro a scuola non potrà tradursi semplicemente nella ripresa delle attività didattiche in presenza nel rispetto di mere indicazioni sanitarie, ma dovrà prevedere anche un’accoglienza ed un accompagnamento emotivo degli allievi che li supporti nella gestione dei vissuti e delle emozioni che tutti hanno affrontato in questo complesso periodo; in altre parole è necessario progettare un’accoglienza ed un accompagnamento emotivo che diano senso sia all’esperienza vissuta, sia al ritorno all’agognata normalità che sarà necessariamente differente dalla precedente.

Come aiutare i nostri alunni a dare un significato alla triste esperienza legata alla situazione pandemica? Come aiutarli a gestire le emozioni ad essa connesse? Come governare l’inevitabile senso di disorientamento determinato dalla difficoltà nel fare previsioni a lungo termine in questo complesso periodo storico? Come evitare percezioni magiche o catastrofiche?

Sarebbe auspicabile, innanzitutto, che le scuole prevedessero l’attivazione, magari in collaborazione con associazioni del territorio in possesso di specifiche competenze, di uno sportello di supporto psicopedagogico rivolto ad alunni, famiglie e docenti; uno vero e proprio spazio di incontro, ascolto e condivisione.

Fondamentale sarebbe, anche l’implementazione di percorsi di formazione rivolti ai docenti e su tematiche quali, a titolo esemplificativo: clima di classe dal punto di vista socio-emotivo; la relazione educativa con gli alunni; la gestione del vissuto emotivo; la gestione della distanza come risorsa nelle attività motorie; mindfulness e benessere emotivo.

Sicuramente sarebbe importante, infine, prevedere l’attivazione in sezione o in classe di percorsi di apprendimento socio-emotivo (SEL – Social Emotional Learning). Secondo Elias et al. (1997), gli interventi di SEL, nati negli Stati Uniti e veicolati dalle scuole, sono in grado di promuovere in tutta la comunità scolastica l’apprendimento di strategie mirate a riconoscere e gestire le emozioni, prendersi cura degli altri, prendere buone decisioni, agire in modo etico e responsabile e sviluppare positive relazioni sociali evitando comportamenti negativi.

Strumenti da privilegiare saranno, ovviamente, l’attività ludica che consente ai partecipanti di autoregolarsi, trovando uno spazio adeguato in cui esprimersi liberamente e la narrazione che permette ai soggetti coinvolti di potersi raccontare; raccontare non tanto in maniera oggettiva ed asettica quanto è successo, ma il modo in cui ognuno ha vissuto questa particolare esperienza.

Non dimentichiamo l’accoglienza emotiva

In conclusione è appena il caso di evidenziare che solo se, oltre al necessario impegno per evitare assembramenti e garantire distanziamento fisico, si dedicherà attenzione anche alla cura dell’accoglienza emotiva dei nostri alunni, si potrà soddisfare l’ineludibile esigenza di progettare un rientro come ripristino del necessario rapporto di fiducia, desiderio di correre ancora verso il futuro con sguardo positivo e traducendo le difficoltà di questo particolare momento storico in un volano per una ripartenza efficace.

In tale scenario fondamentale sarà l'azione del Dirigente scolastico chiamato ad esercitare anche una leadership per l’apprendimento inclusivo, equo e di qualità nonché quella dei docenti sollecitati più che mai a rivestire il ruolo di coach emotivo.

Una bella sfida educativa, insomma, ci attende con il rientro a scuola a settembre!

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