Abitare in cooperativa: vantaggi e opportunità

di Roberta Pavarini

Abitare in cooperativa: vantaggi e opportunità

Fondata nel 1908 a Reggio Emilia, la Cooperativa Case Popolari Mancasale e Coviolo (CCPMC) è una delle realtà più longeve in Italia nell’ambito dell’abitare cooperativo a proprietà indivisa. Nata per offrire casa agli operai inurbati della prima industrializzazione novecentesca e ispirata al mutualismo prampoliniano, la Cooperativa è oggi riconosciuta come Impresa Storica d’Italia e conta circa 375 soci, con un patrimonio abitativo di 71 alloggi, oltre a spazi comuni e immobili destinati ad attività sociali, associative  e commerciali.

Il modello di gestione della CCPMC si fonda sul principio della mutualità e della proprietà indivisa: gli alloggi non vengono ceduti in proprietà ai singoli soci, ma assegnati in godimento permanente, a fronte di un canone calmierato (inferiore in media del 30% rispetto al mercato). Questo diritto d’uso è regolato dallo statuto e non da un contratto di locazione commerciale. Si rivolge in particolare alla “fascia grigia” della popolazione: cittadini e famiglie che non rientrano nei requisiti per l’edilizia residenziale pubblica, ma che non riescono ad accedere al mercato privato.

Il valore del nostro modello risiede nella sua duplice natura: da un lato, forniamo una risposta concreta al bisogno abitativo, dall’altro promuoviamo forme di vita comunitaria fondate sulla solidarietà, la prossimità e la partecipazione democratica. Il nostro obiettivo non è solo “dare un tetto”, ma co-costruire ambienti di vita inclusivi e capaci di attivare capitale sociale. In questo senso, l’abitare è concepito come una pratica culturale e civile, che attraversa la quotidianità, il paesaggio urbano e le relazioni di vicinato.

L’identità sociale della Cooperativa riflette le trasformazioni demografiche contemporanee. Più del 43% degli abitanti è composto da nuclei mononucleari, con una forte incidenza di anziani soli (23,2%) e coppie di anziani (29,3%). Le famiglie con figli minori costituiscono il 19,5% del totale. Questa composizione impone una costante attenzione all’inclusione, alla cura e al rinnovamento della base sociale, promuovendo relazioni intergenerazionali e interculturali. A fronte dell’invecchiamento della popolazione residente, la Cooperativa ha avviato negli ultimi anni una serie di progetti e ricerche volti ad aprire spazi a nuove forme dell’abitare, più flessibili e inclusive.

Tra le progettualità più significative figura Abit-Arte, un’esperienza di arte urbana avviata nel 2021, che ha trasformato il patrimonio abitativo in uno spazio simbolico e condiviso, veicolando valori cooperativi e istanze di giustizia ambientale e sociale. Il progetto ha visto la partecipazione di artisti internazionali, con opere come il murales collettivo di Gola Hundun, Zosen Bandido e Kenor e la scultura monumentale “La donna di fuoco”. Abit-Arte non è solo un’iniziativa decorativa, ma un processo educativo e partecipativo che ha coinvolto abitanti, associazioni e imprese.

Un altro ambito di sperimentazione è rappresentato dallo studentato diffuso, nato per rispondere alla domanda crescente di alloggi da parte di studenti universitari. Dal 2023, la Cooperativa ha destinato due alloggi (8 posti letto) a questa funzione, promuovendo nuove convivenze solidali tra residenti storici e giovani provenienti dal Camerun, grazie anche alla collaborazione con l’associazione degli studenti camerunesi. Il progetto ha avuto ricadute positive in termini di coesione sociale, allargamento della case sociale e scambio interculturale.

La progettualità La Rosa dei Venti, promossa con il contributo della Fondazione Manodori, è invece un esempio emblematico di rigenerazione sociale e narrazione partecipata del territorio. Attraverso la raccolta di memorie orali, focus group e performance teatrali, il progetto ha attivato processi di riconoscimento e valorizzazione delle micro-pratiche dell’abitare nel quartiere Santa Croce, area segnata da forti stratificazioni migratorie e industriali. La narrazione collettiva ha rafforzato l’identità cooperativa e il senso di appartenenza alla comunità.

A queste esperienze si affianca il Fondo poetico cooperativo, un’iniziativa culturale ormai decennale realizzata in collaborazione con l’associazione Exosphere, che promuove poesia, lettura e scrittura, con un’attenzione particolare alla voce femminile. Con circa 1200 volumi accessibili liberamente, il Fondo, presentato quest’anno al Salone internazionale del libro di Torino, è diventato un presidio culturale e relazionale, animato da incontri, laboratori e pubblicazioni.

Infine, il progetto Envisioning Reggio Emilia, sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha sperimentato modelli architettonici di cohousing e residenze ibride, coinvolgendo studenti internazionali in un laboratorio di progettazione per reinterpretare il patrimonio cooperativo come spazio flessibile e accogliente per nuovi soggetti sociali: studenti, anziani, single, migranti.

Il lavoro con le Università caratterizza uno sforzo di ricerca e di confronto a livello nazionale che coinvolge diversi attori e spesso si inserisce in progetti europei che coinvolgono numerose realtà operative nel settore dell'abitare e della progettazione sociale.

La partecipazione al convegno “Lavorare con le Comunità” rappresenterebbe per noi un’occasione preziosa per condividere un’esperienza che intreccia diritto all’abitare, rigenerazione urbana e innovazione sociale, con uno sguardo operativo e sistemico. La nostra realtà può offrire spunti concreti su come promuovere modelli abitativi realmente partecipativi, in grado di coniugare prossimità, sostenibilità e cittadinanza attiva. Riteniamo che la cooperazione abitativa a proprietà indivisa sia oggi una risposta attuale e replicabile, capace di affrontare le fragilità abitative contemporanee, ricostruire legami sociali e contribuire a politiche urbane inclusive.

Per maggiori info: www.ccpmc.it

Roberta Pavarini

Cooperativa Case Popolari Mancasale e Coviolo
casepopolari@gmail.com

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