Tutto per la scuola
Concorso Docenti PNRR2
Formazione: i più richiesti
Collana: Il Margine / Annurca
In questo saggio Zygmunt Bauman riflette sull’origine del male e su cos’è il male oggi: partendo dalle tesi fallaci affermate nel Novecento chiarisce come la presa di distanza dagli esiti dei nostri atti distruttivi contribuisce a erodere la nostra sensibilità .
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Introduzione (Riccardo Mazzeo)
1. Dalla Rivoluzione francese all’Olocausto: plus ça change, plus c’est la même chose
2. Il rispetto e la benevolenza
3. La ragione, una fabbrica di potenza
4. Il mistero dell’unde malum: come le persone buone diventano cattive
5. La banalità del male
6. L’uomo irriflessivo
7. La nozione di «dormiente»
8. Una «vittima collaterale»
9. Il fenomeno della «sindrome di Nagasaki»
10. L’abitudine che desensibilizza
11. Al di là dei poteri immaginativi umani
12. Il complesso di Prometeo
Bibliografia
Che cos’è il male oggi? In che modo si può dire che le sue manifestazioni, le sue spinte, le sue modalità di aggredire il tessuto del mondo e delle persone che lo abitano si siano modificate?
Zygmunt Bauman, già nel 1989, con Modernità e Olocausto, aveva riletto le atrocità del Terzo Reich sovvertendo l’opinione comune che si fosse trattato di un «incidente» della Storia. In questo libro Bauman compie un ulteriore decisivo passo avanti nell’identificazione del «male» ai giorni nostri. E lo fa con una ricognizione delle tesi fallaci che si erano affermate nel Novecento (dalla «personalità autoritaria» di Adorno alla «banalità del male» di Hannah Arendt) per mostrare poi, in un corpo a corpo con le opere di Jonathan Littell e di Günther Anders, che la presa di distanza dagli esiti dei nostri atti distruttivi (resa non solo possibile, ma obbligata, dalle mirabilia tecnologiche e dalla costrizione «diversamente morale» a non sprecare armi la cui produzione ha richiesto quantità esorbitanti di denaro) contribuisce a erodere la nostra sensibilità già gravemente indebolita, malcerta, afona.
Traduzione di Riccardo Mazzeo