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L’aumento costante dell’aspettativa di vita nel nostro Paese ci incoraggia a vedere nella vecchiaia una stagione nuova, ricca di promesse e di risorse inaspettate. Ma come, secondo un detto africano, per crescere un bambino ci vuole un villaggio, così per vivere con serenità la terza...
L’aumento costante dell’aspettativa di vita nel nostro Paese ci incoraggia a vedere nella vecchiaia una stagione nuova, ricca di promesse e di risorse inaspettate. Ma come, secondo un detto africano, per crescere un bambino ci vuole un villaggio, così per vivere con serenità la terza e quarta età l’anziano ha bisogno di una città che lo sostenga nelle sue fragilità, che riconosca le sue speranze e lo aiuti a realizzarle, che sappia renderlo partecipe del futuro della comunità.
L’aumento costante dell’aspettativa di vita nel nostro Paese ci incoraggia a vedere nella vecchiaia una stagione nuova, ricca di promesse e di risorse inaspettate. Ma come, secondo un detto africano, per crescere un bambino ci vuole un villaggio, così per vivere con serenità la terza...
L’aumento costante dell’aspettativa di vita nel nostro Paese ci incoraggia a vedere nella vecchiaia una stagione nuova, ricca di promesse e di risorse inaspettate. Ma come, secondo un detto africano, per crescere un bambino ci vuole un villaggio, così per vivere con serenità la terza e quarta età l’anziano ha bisogno di una città che lo sostenga nelle sue fragilità, che riconosca le sue speranze e lo aiuti a realizzarle, che sappia renderlo partecipe del futuro della comunità.
L’aumento costante dell’aspettativa di vita nel nostro Paese ci incoraggia a vedere nella vecchiaia una stagione nuova, ricca di promesse e di risorse inaspettate. Ma come, secondo un detto africano, per crescere un bambino ci vuole un villaggio, così per vivere con serenità la terza...
L’aumento costante dell’aspettativa di vita nel nostro Paese ci incoraggia a vedere nella vecchiaia una stagione nuova, ricca di promesse e di risorse inaspettate. Ma come, secondo un detto africano, per crescere un bambino ci vuole un villaggio, così per vivere con serenità la terza e quarta età l’anziano ha bisogno di una città che lo sostenga nelle sue fragilità, che riconosca le sue speranze e lo aiuti a realizzarle, che sappia renderlo partecipe del futuro della comunità.
Il testo di Marco Trabucchi è una guida a questa «città gentile», purtroppo ancora soltanto ideale — come ha dimostrato l’emergenza Covid-19 — e tuttavia già presente nello spirito di iniziative virtuose, come quelle promosse dall’Associazione Amici Casa della Carità di Milano. Per ...
Il testo di Marco Trabucchi è una guida a questa «città gentile», purtroppo ancora soltanto ideale — come ha dimostrato l’emergenza Covid-19 — e tuttavia già presente nello spirito di iniziative virtuose, come quelle promosse dall’Associazione Amici Casa della Carità di Milano. Per l’urgenza dei problemi che solleva e per la qualità etica e la concretezza delle proposte, il libro si rivolge ai professionisti della cura e a chi lavora nel sociale, ma anche e soprattutto ai cittadini, perché è ai cittadini che spetta il compito di costruire una città in cui la vecchiaia sia non un peso ma un dono per chi la vive e per la collettività.
Il testo di Marco Trabucchi è una guida a questa «città gentile», purtroppo ancora soltanto ideale — come ha dimostrato l’emergenza Covid-19 — e tuttavia già presente nello spirito di iniziative virtuose, come quelle promosse dall’Associazione Amici Casa della Carità di Milano. Per ...
Il testo di Marco Trabucchi è una guida a questa «città gentile», purtroppo ancora soltanto ideale — come ha dimostrato l’emergenza Covid-19 — e tuttavia già presente nello spirito di iniziative virtuose, come quelle promosse dall’Associazione Amici Casa della Carità di Milano. Per l’urgenza dei problemi che solleva e per la qualità etica e la concretezza delle proposte, il libro si rivolge ai professionisti della cura e a chi lavora nel sociale, ma anche e soprattutto ai cittadini, perché è ai cittadini che spetta il compito di costruire una città in cui la vecchiaia sia non un peso ma un dono per chi la vive e per la collettività.
Il testo di Marco Trabucchi è una guida a questa «città gentile», purtroppo ancora soltanto ideale — come ha dimostrato l’emergenza Covid-19 — e tuttavia già presente nello spirito di iniziative virtuose, come quelle promosse dall’Associazione Amici Casa della Carità di Milano. Per ...
Il testo di Marco Trabucchi è una guida a questa «città gentile», purtroppo ancora soltanto ideale — come ha dimostrato l’emergenza Covid-19 — e tuttavia già presente nello spirito di iniziative virtuose, come quelle promosse dall’Associazione Amici Casa della Carità di Milano. Per l’urgenza dei problemi che solleva e per la qualità etica e la concretezza delle proposte, il libro si rivolge ai professionisti della cura e a chi lavora nel sociale, ma anche e soprattutto ai cittadini, perché è ai cittadini che spetta il compito di costruire una città in cui la vecchiaia sia non un peso ma un dono per chi la vive e per la collettività.
Indice:
Prefazione (Maria Grazia Guida)
Premessa (don Virginio Colmegna)
Capitolo primo - Una città che cura
Capitolo secondo - La vita dell’anziano in città
Capitolo terzo - La città e le solitudini: uno scenario di impegno
Capitolo quarto - Il 2020 e la città: lo scenario demografico, organizzativo, umano
Capitolo quinto - Bisogni e speranze dell’anziano: la risposta della città
Capitolo sesto - La città e l’anziano verso il 2025
Capitolo settimo - La città, gli anziani e le speranze dopo il coronavirus
Postfazione (Fabio Folgheraiter)
Nota conclusiva (Palmiro Boni)
Bibliografia
Indice:
Prefazione (Maria Grazia Guida)
Premessa (don Virginio Colmegna)
Capitolo primo - Una città che cura
Capitolo secondo - La vita dell’anziano in città
Capitolo terzo - La città e le solitudini: uno scenario di impegno
Capitolo quarto - Il 2020 e la città: lo scenario demografico, organizzativo, umano
Capitolo quinto - Bisogni e speranze dell’anziano: la risposta della città
Capitolo sesto - La città e l’anziano verso il 2025
Capitolo settimo - La città, gli anziani e le speranze dopo il coronavirus
Postfazione (Fabio Folgheraiter)
Nota conclusiva (Palmiro Boni)
Bibliografia