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Di Serge Latouche Simone Lanza
Collana: Il Margine / Annurca
Il volume riprende, rielabora e unisce i numerosi spunti pedagogici di Latouche, approfondendoli in un discorso unitario e originale per accompagnarci in una riflessione profonda sulla decrescita e le sfide politiche moderne.
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La società del consumo di massa globale si trova in un vicolo cieco. L’idea di una crescita senza limiti, quando la realtà fisica, biologica e geologica del pianeta appare invece limitata, contiene in sé i prodromi della catastrofe. Ecco allora che un nuovo paradigma economico, che abbia come obiettivo l’armonia con l’ambiente, proprio come avviene, ad esempio, nelle tradizioni orientali, potrebbe essere la nostra scialuppa di salvataggio.
In un dialogo serrato con Lanza, Latouche rivela che avrebbe potuto, e forse dovuto, proclamarsi un «ateo della crescita» o, a essere più rigorosi, un fautore dell’«a-crescita». Dal momento che, mentre alcune cose posso crescere esponenzialmente, altre invece non devono farlo, se ci si accorge che minano le basi del nostro vivere insieme.
In un mondo minacciato dai cambiamenti climatici, anche l’espressione «sviluppo sostenibile», oggi sulla bocca di tutti, è di fatto un ossimoro: lo sviluppo in sé e per sé è palesemente non sostenibile e la nostra stessa sopravvivenza richiede nuovi schemi di pensiero.
Nel libro, Latouche mostra, con grande chiarezza, la relazione tra la sfida pedagogica orientata a un nuovo mondo nel segno della decrescita e le sfide politiche che si impongono in un mondo dominato dal conformismo del disincanto e dall’immaginario colonizzato dall’economia.
Traduzione di Simone Lanza