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I mini gialli dei dettati 2
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La rivoluzione dolce del fareassieme in psichiatria

Fareassieme significa coinvolgere utenti, familiari e operatori nei percorsi di cura che così imparano a «pensare e a lavorare» assieme, valorizzando la presenza, l’esperienza e le risorse di tutti.

Dall’approvazione della Legge 180, più passavano gli anni più ci rendevamo conto che la priorità di un buon Servizio non erano i soldi o il numero di operatori. Che siano queste ultime le uniche necessità è un luogo comune a tutt’oggi molto presente nell’«immaginario» della salute mentale. 
Fondamentale era invece imparare a pensare e lavorare assieme: operatori, utenti, familiari e cittadini. Per farlo occorreva ri-orientare l’approccio tradizionale, di tipo bio-medico, nel quale il professionista «insegna» in una logica pedagogica all’utente «dove, come e cosa» fare della sua vita. 

Lo si poteva fare grazie a un nuovo approccio che valorizzasse tanto il sapere professionale degli operatori quanto il sapere esperienziale di utenti e familiari, creando un sapere condiviso e delle pratiche coerenti e conseguenti.

Da qui inizia la «rivoluzione dolce» del fareassieme. Partendo dal coinvolgimento il più possibile paritario di tutti i protagonisti del mondo della salute mentale, l’approccio vede come suoi aspetti fondamentali le relazioni, i percorsi di cura condivisi, la valorizzazione dei reciproci saperi, soprattutto la messa in comune di un’idea di sistema di salute mentale che parte dalla co-progettazione e dalla co-produzione dei progetti, delle azioni, delle prestazioni. Una rivoluzione partita dal Servizio di Salute Mentale di Trento. 
Così ha mosso i primi passi il fareassieme, di cui ora illustriamo i principi fondanti.

Tutti possediamo un sapere

Per gli operatori deriva da un percorso professionale, per gli utenti e i familiari dall’esperienza acquisita convivendo con il disturbo psichico. Dal rispetto, dal riconoscimento e dall’integrazione di questi due saperi aumenta il sapere collettivo. Nel fareassieme il sapere diventa una«proprietà» collettiva. 

Il valore della responsabilità personale

Tutti, anche coloro che vivono le più grandi difficoltà, che attraversano periodi di disturbo estremo, possono esprimere un proprio livello di responsabilità. E investire in responsabilità significa investire in salute e benessere. 
Il cambiamento è sempre possibile. La malattia mentale è un evento della vita che si può affrontare e superare o con cui si può convivere. Il fareassieme, per sua natura, crede fermamente in un cambiamento sempre possibile e lo costruisce credendoci ogni giorno un poco di più.

Ognuno ha delle risorse e non solo dei problemi

Se ci guardiamo dentro, tutti possiamo scoprirle e imparare a valorizzarle al meglio. Troppo spesso i pregiudizi accompagnano chi soffre di un disturbo psichico importante. Per questo è necessario cambiare paradigma. La persona non «è» un problema, ma «ha» dei problemi. Come tutti. Chi più, chi meno. 

Un percorso che permette alla persona e alla sua famiglia, tenendo in mano il filo del suo «percorso di cura», di (ri)trovare qualità di vita, appartenenza alla comunità, dignità: oggi tutto questo viene chiamato recovery
La strada per percorrere tale recupero trova nel fareassieme il migliore dei catalizzatori.

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