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Come comunicare con la persona con demenza

L’approccio psicosociale abbatte le barriere fisiche e culturali che impediscono alle persone di poter vivere appieno le proprie possibilità e autonomie.

La comunicazione con le persone che manifestano demenze, e con i loro familiari, è uno strumento fondamentale del percorso dellecure psicosociali. Le modalità con cui un professionista si relaziona modula lastipula dell’alleanza terapeutica, esercitando un impatto psicologico foriero diaspettative positive o negative.

Sin dalle fasi precoci di contatto, ovvero quando la persona interessata e/o la sua famiglia si interfaccia con l’universo socio-sanitario alla ricerca di un motivo o di una spiegazione per le difficoltà che vivono tutti i giorni, l’approccio comunicativo rappresenta la modalità di condividere un piano relazionale.

Nell’affrontare il tema della comunicazione con la persona con demenza, occorre partire dalla possibilità che la malattia limiti il soggetto nelle sueabilità d’espressione e di farsi comprendere o, per dirla in altre parole, possarichiedere ai caregiver di adattarsi alle esigenze e alle modalità espressivedell’individuo.

La demenza potrebbe portare qualcuno a identificare le persone che la vivono come qualcuno a cui mancano delle capacità. Il canale comunicativo che usano può risultare difficile da interpretare, da accettare e da maneggiare per chi si prende cura di loro. Se gli operatori continuano a codificare i loro comportamenti usando la propria prospettiva — il proprio canale di decodifica — difficilmente arriveranno a intuire completamente ciò che la persona con demenza vuole trasmettere. Essa ha, infatti, cambiato il canale di comunicazione; non appena il professionista inizia a unire, come in un puzzle, il tassello del comportamento con quelli che l’ambiente, e la storia della persona, gli forniscono, potrà cogliere il significato profondo del suo comportamento.

Cosa fare per comunicare meglio

  • Parlare con la persona nonostante i deficit e coinvolgerla nelle attività quotidiane.
  • Rivolgersi a lei per nome.
  • Mantenere il contatto visivo guardandola negli occhi.
  • Porsi di fronte alla persona e alla stessa altezza.
  • Parlare con tono tranquillo e chiaramente.
  • Utilizzare un atteggiamento rassicurante, non pretendere, non insistere ma incoraggiare.
  • Accompagnare le parole con espressioni del volto e gesti.
  • Mostrare rispetto, non utilizzare modalità di comunicazione infantilizzanti, pietismo o parlare come se la persona non fosse presente.
  • Semplificare, utilizzando parole semplici, frasi brevi che affrontano un solo argomento, forme grammaticali e sintattiche elementari, veicolare un messaggio alla volta.
  • Fare domande che prevedano una risposta binaria o offrendo alternative: sì/no, prima /dopo, ecc.
  • Usare in associazione degli indizi visivi, quali oggetti, immagini, luoghi fisici (es. sto parlando di un’attività che si svolge in cucina, porto la persona nel luogo e indico gli oggetti).
  • Evitare critiche e correzioni di qualsiasi tipo, non argomentare quando la persona non è in accordo.
  • Prendersi delle pause quando la comunicazione risulta complessa o frustrante.
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