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Musica e parole: il forte legame tra le abilità musicali e linguistiche

La comunità scientifica ha dimostrato come esista una relazione tra il training musicale e le abilità di percezione linguistica

In letteratura numerose evidenze riportano l’esercizio di un’influenza positiva delle esperienze musicali sullo sviluppo della cognizione e del comportamento sociale.

Le esperienze musicali sono presenti in numerosi contesti di vita dei bambini, sia in ambito familiare che scolastico. I caregiver sono i primi maestri di musica, cantano per i loro bambini fin da quando sono molto piccoli, li dondolano e li cullano a ritmo di musica, comportamento che spesso esercita una funzione calmante.

La musica e le parole condividono una serie di proprietà interessanti, prima tra tutte il fatto che entrambe sembrano essere capacità esclusivamente umane.

Ascoltare la musica richiede alcune abilità percettive, tra cui la discriminazione del tono, la memoria uditiva e l’attenzione selettiva al fine di percepire la struttura temporale e armonica della musica, abilità che sono proprie anche dell’ascolto del linguaggio.

La percezione metrica delle sequenze uditive svolge un ruolo fondamentale nell’ascolto di pezzi musicali e di suoni linguistici. Entrambe le tipologie di suono si dipanano nel tempo, perciò il ritmo e la periodicità con cui si alternano battiti forti e deboli sono centrali per l’organizzazione sequenziale del suono in entrambi i domini; questi elementi sono noti come «organizzazione metrica» nella musica e «struttura sillabica» nel discorso. 

In altri termini il legame tra musica e linguaggio deriva dall’idea che entrambi consistono di unità più piccole, ossia l’alternanza di note nella musica e la combinazione di lettere nella lingua.

Queste unità più piccole possono, quindi, essere combinate per formare strutture più complesse, come un brano musicale in un caso o frasi nell’altro. L’esperienza gioca un ruolo chiave nello sviluppo di questa abilità.

Alcuni studi volti a valutare le conseguenze neurali delle esperienze musicali informali tipiche della prima infanzia, per esempio cantare in gruppo canzoni per bambini e muoversi a tempo di musica, mostrano che lo svolgimento di queste attività è associato a una migliore elaborazione del suono a livello sia corticale che sottocorticale della via uditiva, abilità fortemente coinvolta nei processi di elaborazione linguistica e nello sviluppo delle abilità linguistiche e comunicative.

Risulta esemplare, a proposito dei benefici legati allo svolgimento di attività musicali informali, l’esito di Soundplay, un progetto musicale che ha coinvolto due asili nidi e due scuole dell’infanzia del Regno Unito, rivolto a bambini di età compresa tra i 2 e 4 anni che prevedeva lo svolgimento di workshop musicali nelle classi e la formazione dei docenti. Le valutazioni condotte sulle abilità linguistiche dei bambini all’inizio del progetto e nel corso del suo svolgimento mostrano uno sviluppo delle abilità linguistiche superiore alla media tra quei bambini che erano stati identificati come a rischio di ritardo evolutivo.

Al di là di quanto si osserva nei bambini entro i 3 anni, più avanti nello sviluppo la ricezione di una formazione musicale unita alla presenza di buone abilità musicali promuove lo sviluppo delle abilità di literacy, influenzando in particolare lo sviluppo della consapevolezza fonetica e fonologica coinvolte nel processo di lettura.

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