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Un breve ma definito saggio a quattro mani per affrontare con estrema lucidità e lungimiranza l’esperienza del dolore, dalla fatica per renderlo vivibile e comprensibile al mistero della fede che lo iscrive in una dinamica d’amore.
Un breve ma definito saggio a quattro mani per affrontare con estrema lucidità e lungimiranza l’esperienza del dolore, dalla fatica per renderlo vivibile e comprensibile al mistero della fede che lo iscrive in una dinamica d’amore.
Un breve ma definito saggio a quattro mani per affrontare con estrema lucidità e lungimiranza l’esperienza del dolore, dalla fatica per renderlo vivibile e comprensibile al mistero della fede che lo iscrive in una dinamica d’amore.
La vita rifiuta il dolore. Quello che dal punto di vista generale è ovvio, il “si muore”, è caratterizzato da un “si” impersonale, e dove c’è il “si” impersonale è scontato il morire. Ma dove ne va di me, la partita è tutt’altro che scontata».
Salvatore Natoli
«Quale sarebbe, dunque, la pretesa...
La vita rifiuta il dolore. Quello che dal punto di vista generale è ovvio, il “si muore”, è caratterizzato da un “si” impersonale, e dove c’è il “si” impersonale è scontato il morire. Ma dove ne va di me, la partita è tutt’altro che scontata».
Salvatore Natoli
«Quale sarebbe, dunque, la pretesa della nostra tradizione? La pretesa o la speranza, il conforto e forse talvolta persino l’illusione è di riuscire a porre una differenza sostanziale tra la sofferenza e il male».
MichaelDavide Semeraro
Il dolore è prima di tutto un’esperienza: immediata, invasiva, individuale. Che cosa compie l’esperienza del dolore nella vita e nella biografia delle persone? La rende più ricca e tesa, la approfondisce, o semplicemente la spezza, la abbrutisce?
Il filosofo Salvatore Natoli mette in luce lo scandalo della domanda aperta del dolore, e la faticosa via che gli uomini devono percorrere per trovare un barlume di senso che lo renda vivibile.
Il monaco, MichaelDavide Semeraro, da parte sua riconosce che la fede non chiude semplicemente la domanda con una risposta facile e definitiva, ma la affronta alla luce del mistero della croce di Cristo, che nel momento stesso in cui denuncia il dolore e la sua assurdità lo iscrive in una dinamica di amore.
La vita rifiuta il dolore. Quello che dal punto di vista generale è ovvio, il “si muore”, è caratterizzato da un “si” impersonale, e dove c’è il “si” impersonale è scontato il morire. Ma dove ne va di me, la partita è tutt’altro che scontata».
Salvatore Natoli
«Quale sarebbe, dunque, la pretesa...
La vita rifiuta il dolore. Quello che dal punto di vista generale è ovvio, il “si muore”, è caratterizzato da un “si” impersonale, e dove c’è il “si” impersonale è scontato il morire. Ma dove ne va di me, la partita è tutt’altro che scontata».
Salvatore Natoli
«Quale sarebbe, dunque, la pretesa della nostra tradizione? La pretesa o la speranza, il conforto e forse talvolta persino l’illusione è di riuscire a porre una differenza sostanziale tra la sofferenza e il male».
MichaelDavide Semeraro
Il dolore è prima di tutto un’esperienza: immediata, invasiva, individuale. Che cosa compie l’esperienza del dolore nella vita e nella biografia delle persone? La rende più ricca e tesa, la approfondisce, o semplicemente la spezza, la abbrutisce?
Il filosofo Salvatore Natoli mette in luce lo scandalo della domanda aperta del dolore, e la faticosa via che gli uomini devono percorrere per trovare un barlume di senso che lo renda vivibile.
Il monaco, MichaelDavide Semeraro, da parte sua riconosce che la fede non chiude semplicemente la domanda con una risposta facile e definitiva, ma la affronta alla luce del mistero della croce di Cristo, che nel momento stesso in cui denuncia il dolore e la sua assurdità lo iscrive in una dinamica di amore.
La vita rifiuta il dolore. Quello che dal punto di vista generale è ovvio, il “si muore”, è caratterizzato da un “si” impersonale, e dove c’è il “si” impersonale è scontato il morire. Ma dove ne va di me, la partita è tutt’altro che scontata».
Salvatore Natoli
«Quale sarebbe, dunque, la pretesa...
La vita rifiuta il dolore. Quello che dal punto di vista generale è ovvio, il “si muore”, è caratterizzato da un “si” impersonale, e dove c’è il “si” impersonale è scontato il morire. Ma dove ne va di me, la partita è tutt’altro che scontata».
Salvatore Natoli
«Quale sarebbe, dunque, la pretesa della nostra tradizione? La pretesa o la speranza, il conforto e forse talvolta persino l’illusione è di riuscire a porre una differenza sostanziale tra la sofferenza e il male».
MichaelDavide Semeraro
Il dolore è prima di tutto un’esperienza: immediata, invasiva, individuale. Che cosa compie l’esperienza del dolore nella vita e nella biografia delle persone? La rende più ricca e tesa, la approfondisce, o semplicemente la spezza, la abbrutisce?
Il filosofo Salvatore Natoli mette in luce lo scandalo della domanda aperta del dolore, e la faticosa via che gli uomini devono percorrere per trovare un barlume di senso che lo renda vivibile.
Il monaco, MichaelDavide Semeraro, da parte sua riconosce che la fede non chiude semplicemente la domanda con una risposta facile e definitiva, ma la affronta alla luce del mistero della croce di Cristo, che nel momento stesso in cui denuncia il dolore e la sua assurdità lo iscrive in una dinamica di amore.
Questo ebook è realizzato in formato .epub, protetto con social watermarking. Può essere letto su tutti i dispositivi Ios, Android, Kobo e Sony purché sia installato un applicativo in grado di leggere i file .epub.
Per maggiori informazioni vedi la Guida alla lettura degli E-BOOK.
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