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Il testo presenta i risultati di una ricerca sulle pratiche educative nel contesto carcerario – che segnano una forte discontinuità tra l’esperienza in cella e in sezione – con l’obiettivo di mettere in risalto metodologie didattiche personalizzabili e flessibili che i professionisti possono applicare nelle loro pratiche quotidiane. Â
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Prefazione - La «seconda occasione»: fare scuola in carcere di Ivo Lizzola
Capitolo 1 - La scuola in carcere (di Nicoletta Morbioli)
Capitolo 2 - Rassegna della letteratura (di Elena Anderloni)
Capitolo 3 - La scuola tra due amministrazioni (di Maria Fiano)
Capitolo 4 - Insegnare in carcere: le pratiche didattiche in un contesto altro (di Gustavo MejÃa Gómez, Marco Perini e Lorella Tomirotti)
Capitolo 5 - Liberi dentro: il valore della scuola all’interno delle strutture detentive (di Nicoletta Morbioli e Camillo Regalia)
Considerazioni finali (di Gustavo MejÃa Gómez, Nicoletta Morbioli e Marco Perini)
Appendice 1
Appendice 2
Appendice 3
 In Italia, nel 2023, le persone detenute che hanno frequentato la proposta scolastica (alfabetizzazione, primo grado e secondo grado) sono state il 26,3% del totale, pari a 15.390. Una delle questioni che si devono affrontare nell’esperienza scolastica in carcere è quella legata alla realtà della «dispersione». […] non si può, in carcere, parlare di dispersione scolastica come si fa fuori: qui è la scuola, la sua esperienza pratica di incontro e di rielaborazione, che si offre come luogo di ricomposizione da una dispersione delle biografie e delle relazioni, dalla dispersione del senso e dei progetti di vita.
Nicoletta Morbioli presenta attraverso questo testo i contributi di autori e autrici su una ricerca basata sulle pratiche educative nel contesto scolastico. Che caratteristiche hanno tali pratiche quando si mettono in atto in un contesto carcerario? L’attività scolastica in carcere, quale outcome produce sulla popolazione detenuta e sul contesto sociale allargato, quale famiglia e società ? Cercando di rispondere a queste e altre domande, la ricerca mostra una certa discontinuità fra l’esperienza scolastica in aula e in cella, mostrando come la scuola sia uno spazio di scelta e libertà soltanto al di fuori del carcere, all’interno quale, invece, le decisioni sono per lo più in mano alla magistratura.
Il testo intende mettere in evidenza metodologie didattiche personalizzabili e flessibili che i professionisti potranno riconoscere nelle loro pratiche quotidiane, o prendere spunti per trasferirle in altri contesti educativi.