5° CONVEGNO INTERNAZIONALE

AFFRONTARE
LA VIOLENZA
SULLE DONNE

PREVENZIONE, RICONOSCIMENTO
E PERCORSI DI USCITA

TRENTO E ONLINE
18 e 19 ottobre 2024

La violenza sulle donne è un problema sociale e culturale ancora profondo, che va affrontato con serietà, determinazione, senso di responsabilità e grande competenza.  

Le forme di violenza che le donne possono vivere sono molteplici: non si tratta solo di violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, ma anche della difficoltà nell’accedere a cure e servizi, nel chiedere e ottenere aiuto e protezione, per sé ma anche per i propri figli e figlie, e nella costruzione di un percorso di uscita dalla violenza.

Giunto alla quinta edizione, il Convegno

Si rivolge alle professioniste e ai professionistiSi rivolge alle professioniste e ai professionisti

Si rivolge alle professioniste e ai professionisti

che ogni giorno si occupano dell’accoglienza e della presa in carico della donna, dei minori che hanno assistito a situazioni di violenza e dell’intervento educativo con uomini maltrattanti.

Offre uno sguardo ampioOffre uno sguardo ampio

Offre uno sguardo ampio

grazie ai diversi punti di vista – psicologico, sociale, giuridico, sanitario, educativo – di esperte ed esperti che da anni lavorano sul campo.

È un’occasione unica e importanteÈ un’occasione unica e importante

È un’occasione unica e importante

per mettere assieme visioni e saperi diversi, favorire uno sguardo di rete, condividere esperienze positive e approfondire approcci e modalità utili all’impostazione di interventi efficaci.

La struttura

Icona PlenarieIcona Plenarie

2 PLENARIE

Per confrontarsi con le opinioni delle maggiori esperte e dei maggiori esperti sull’argomento.

Icona Question TimeIcona Question Time

2 QUESTION TIME

Per discutere e approfondire le questioni più sfidanti.

Icona TavoleIcona Tavole

2 TAVOLE ROTONDE

Per approfondire e confrontare i temi chiave sotto diversi punti di vista

Icona WorkshopIcona Workshop

12 WORKSHOP

Per approfondire i principali snodi procedurali e gli interventi più significativi

Il programma

Venerdì 18 ottobre 2024

10:00 – 12:30

PLENARIA

  1. Prima sessione plenaria

    Biaggioni

    Convenzione di Istanbul: un faro acceso da un decennio
    Elena Biaggioni
    (D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza)

    Roia

    Lo stato delle leggi e la risposta della Giustizia
    Fabio Roia
    (Presidente del Tribunale Ordinario di Milano)

    Burgio

    La formazione del maschile: gabbie di genere e violenze
    Giuseppe Burgio
    (Università di Enna "Kore", CIRQUE – Centro Interuniversitario di Ricerca Queer)

    Lila

    Evidence-based intervention with intimate partner violence perpetrators: The Contexto Programme
    Marisol Lila
    (University of Valencia)

    Elena Stanchina

    Introduzione e coordinamento
    Elena Stanchina
    (Edizioni Centro Studi Erickson)

Prima sessione - 14:00 – 16:00

QUESTION TIME

  1. Mamme vittime di violenza: tra valutazioni dei servizi, bigenitorialità e garanzia di sicurezza e protezione

    L’intervento nelle situazioni di violenza domestica e intrafamiliare è estremamente complesso, soprattutto quando queste situazioni riguardano anche bambini e bambine: il rischio di colpevolizzare le madri, percepite inadeguate per non aver sufficientemente protetto i figli, è dietro l’angolo; gli effetti psicologici e sociali della violenza subìta dalla donna e dai minori entrano preponderanti in ogni fase del percorso di aiuto; le specificità dei meccanismi della violenza rischiano di passare in secondo piano e lasciare spazio ad azioni controproducenti e discriminatorie.
    Quali sono quindi le attenzioni che operatori e operatrici devono avere nella valutazione delle situazioni di violenza? Come evitare la vittimizzazione secondaria? Come garantire sicurezza e protezione ai figli? Quali sono i principi e gli strumenti per l’ascolto del minore? Come inquadrare il diritto alla bigenitorialità in presenza di un genitore violento? Quali le normative a cui fare riferimento e le relative ricadute pratiche?
    A partire da questi interrogativi verrà aperta una riflessione con i relatori e le relatrici. Il pubblico sarà invitato a partecipare al dibattito condividendo pensieri e domande.

    Intervengono:

    Marco Grassini

    Marco Grassini(Università Cattolica di Milano)

    Vanessa Carolingi

    Vanessa Carolingi(Assistente sociale)

    Micaela Crisma

    Micaela Crisma(Psicologa, psicoterapeuta, CTU)

    Marcella Pirrone

    Marcella Pirrone(Avvocata, D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, WAVE - Women against violence Europe)

    Gloriana Rangone

    Gloriana Rangone (Psicologa, psicoterapeuta, CTA Centro di Terapia dell’Adolescenza, Milano)

    Daniela Malvestiti

    Introduce e coordina: Daniela Malvestiti (Edizioni Centro Studi Erickson)

WORKSHOP

  1. La presa in carico dell’uomo autore di violenza: aspetti sociali e clinici

    Durante il workshop verrà presentato il servizio del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti di Firenze, primo CUAV italiano. In particolare saranno illustrate le caratteristiche degli uomini autori di violenza, i canali di invio per il loro accesso al servizio e come questo è poi strutturato. Verrà inoltre proposta una panoramica degli aspetti motivazionali degli uomini insieme alle loro criticità e come è possibile intervenire; quali strumenti nel corso del tempo e dell'esperienza acquisita sono risultati maggiormente efficaci e i limiti attuali.

    I partecipanti, dopo un’introduzione generale in merito alla storia dei CUAV e alla loro attuale organizzazione, acquisiranno gli assunti di base in merito al concetto di violenza ed esamineranno gli stereotipi di genere legati alla mascolinità che danno poi origine alla violenza di genere.

    Mario De Maglie

    Mario De Maglie (Psicologo, psicoterapeuta, Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti C.A.M. di Firenze)

  2. Il consenso nella relazione: promuovere e educare al consenso dall’infanzia all’adolescenza | SOLO IN PRESENZA

    La parola consenso richiama il “sentire con” l’altro, la capacità di sintonizzarsi per poter scegliere in libertà e nel rispetto del volere dell’altro. Presuppone la possibilità di riconoscere valore alle persone coinvolte nell’incontro e di rispettarne empaticamente i bisogni. È il criterio fondamentale per distinguere tra sesso consenziente e non. Ascoltarsi e riconoscere nel corpo ciò che piace e ciò che non piace, provare empatia per ciò che l’altra persona prova e desidera, o non desidera, dar voce al proprio volere e manifestare il proprio dissenso, accettare la frustrazione del no e del rifiuto: queste sono competenze essenziali per scegliere attivamente, in modo libero, e per intrattenere relazioni basate sulla reciprocità.

    Il workshop si propone di approfondire il tema dell’educazione al consenso in età evolutiva, dall’infanzia all’adolescenza, e di esplorare le componenti essenziali dell’esercizio del consenso nelle relazioni in modo interattivo, attraverso giochi e attività.

    Caterina Di Chio

    Caterina Di Chio(Psicologa, psicoterapeuta, Torino)

  3. Ascoltare donne in situazione di violenza. Il colloquio come spazio per la costruzione di percorsi di libertà

    Il riconoscimento e l’ascolto costituiscono i primi passi per un adeguato sostegno a donne in situazione di violenza. Diversi ostacoli di natura emotiva possono tuttavia inficiare la relazione di aiuto. La specificità del tema pone in contatto con una sofferenza emotiva profonda e con una complessità operativa che può evocare vissuti di inadeguatezza. La negazione o la minimizzazione del problema, la rabbia nei confronti delle vittime ed il senso di impotenza o, al contrario, la convinzione di poter “salvare” le vittime, sostituendosi ad esse nelle scelte e nelle azioni, costituiscono solo alcune delle possibili reazioni difensive in grado di compromettere un adeguato sostegno psico-sociale. Il workshop propone un confronto su alcuni elementi fondamentali per un adeguato ascolto, promuovendo l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze relazionali necessarie per un ascolto che consenta di co-costruire insieme alla donna un percorso di empowerment, a partire dalla valutazione della situazione specifica e delle opportunità di protezione.

    Maria Luisa Bonura

    Maria Luisa Bonura (Dirigente Psicologa Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento)

    Sigrid Pisanu

    Sigrid Pisanu (Centro Antiviolenza - Casa delle donne di Merano; D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza)

Seconda sessione - 16:30 – 18:30

TAVOLA ROTONDA

  1. Il peso delle parole: violenza sulle donne e linguaggio

    Raffaella Scarpa

    Forme e funzioni del linguaggio abusante nelle situazioni di violenza
    Raffaella Scarpa(Università di Torino)

    Tra i tanti punti di vista dai quali si analizza il fenomeno della violenza domestica nessuno è stato più sottovalutato del linguaggio. Eppure, l’uso delle parole, la loro combinazione, lo “stile del discorso” costituiscono invece il mezzo fondamentale di cui l’abusante si avvale per ridurre e mantenere la donna in uno stato di continua soggezione e soccombenza. È dunque importante ridiscutere criticamente i concetti di potere e violenza a partire dal loro rapporto con la lingua, per provare a elaborare nuove categorie interpretative.

    Monica Lanfranco

    Parlare non è mai neutro
    Monica Lanfranco(Giornalista, formatrice, Genova)

    Prima delle azioni e dell’agire ci sono le parole che le raccontano e comunicano, che mettono al mondo il mondo. Ecco perché soprattutto chi fa informazione, formazione e comunicazione ha l'enorme responsabilità di scegliere le parole e il linguaggio, dando spazio alla differenza sessuale e alla presenza delle donne nella contemporaneità, che rischia continuamente di cancellarle.

    Serena Bersani

    Ma l'amore no. Come raccontare la violenza di genere nei media
    Serena Bersani (Presidente associazione GiULiA Giornaliste)

    I giornalisti e le giornaliste hanno la grande responsabilità di raccontare il mondo e per questo devono usare le parole corrette, in particolare quando si parla di violenza di genere. Le parole sbagliate possono influenzare negativamente il pubblico riproponendo stereotipi e pregiudizi che cerchiamo con fatica di eliminare dalle nostre narrazioni. Viceversa, le parole giuste possono essere uno strumento di prevenzione dei femminicidi e possono contribuire alla costruzione di un immaginario diverso, più equo.

    Jacopo Tomasi

    Introduce e coordina: Jacopo Tomasi (Edizioni Centro Studi Erickson)

WORKSHOP

  1. Orfani di femminicidio: mai più vittime invisibili

    I minori orfani di femminicidio hanno quasi sempre assistito, e subito, violenze fisiche, psicologiche ed economiche su loro stessi oltre che sul genitore; sono persone già “provate”. La prof. Baldry li definì “orfani speciali”, perché sono speciali i loro bisogni, i loro problemi, la condizione psico-sociale in cui si trovano, orfani della mamma e di un papà omicida-suicida o in carcere. L'orfano non è un “effetto collaterale” del femminicidio (o crimine domestico), ma una persona titolare di diritti e bisognosa di tutela e accompagnamento, in momenti e contesti nei quali tutti sono "ripiegati" sul dolore per la perdita della vittima.

    Un femminicidio inoltre ferisce anche la comunità, è opportuno infatti elaborare il trauma anche da parte dei compagni di scuola, sport e da parte degli adulti, con il coinvolgimento degli stakeholder istituzionali. I territori feriti necessitano di azioni riparative/preventive come, ad esempio, il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole superiori in campagne informative sulle dinamiche di coppia patologiche, sull’esistenza di Centri Antiviolenza ecc.

    Durante il workshop verrà presentata un’Azione Umanitaria svolta insieme all’Associazione EMDR Italia in un piccolo paese dell’entroterra ligure che ha coinvolto nell’elaborazione del trauma due fratelli, i loro compagni di scuola, gli insegnanti, il Sindaco e il Parroco.

    Saranno inoltre presentate esperienze concrete e buone pratiche del progetto Re.S.P.I.R.O. (Rete di Sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con gli Orfani speciali) nell’ottica di approfondire e aprire il confronto sulla complessità della presa in carico degli orfani "speciali".

    Sabrina Bonino

    Sabrina Bonino(Psicologa, psicoterapeuta, supervisore EMDR)

    Fedele Salvatore

    Fedele Salvatore(Sociologo, Cooperativa sociale Irene '95, Napoli)

  2. Riforma Cartabia e legge 168/2023: impatto sui percorsi giudiziari di uscita dalla violenza. Criticità e strategie

    Negli ultimi anni sono intervenute numerose riforme legislative che hanno modificato i codici penale e di procedura penale. Tra queste riforme due meritano un approfondimento per l’impatto che hanno avuto nei percorsi di uscita dalla violenza domestica e di genere: il cosiddetto Codice Rosso (l. 69/2019 e successive modifiche) e la cosiddetta Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). Il Codice Rosso è stato pensato in modo specifico per i casi di violenza domestica e di genere, la Riforma Cartabia ha l’obiettivo più ampio di rendere l’intero sistema più efficiente, ma ha avuto conseguenze dirette e importanti sui percorsi giudiziari delle donne in uscita da situazioni di violenza. Il workshop propone l’analisi di alcuni degli aspetti più significativi di tali legislazioni, con l’obiettivo specifico di identificare aspetti positivi e criticità al fine di elaborare strategie per il miglior accompagnamento per le donne in uscita dalla violenza.

    Elena Biaggioni

    Elena Biaggioni(D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza)

  3. La violenza di genere: una prospettiva tras-formativa | SOLO IN PRESENZA

    Il contrasto alla violenza di genere (persino gli incontri pubblici sul tema) vede una scarsa partecipazione maschile. Spesso, al contrario, ci sono uomini che, sul tema, esprimono posizioni che appaiono finalizzate a discolpare il maschile (“non tutti gli uomini...”) o a sminuire la dimensione del problema. A tali strategie di fuga è possibile contrapporre però la possibilità di un coinvolgimento maschile in prima linea nel contrasto e nella prevenzione del fenomeno. Tale engagement degli uomini e dei ragazzi prevede una precisa progettazione pedagogica e un orizzonte teorico vasto in relazione allo statuto della maschilità, valorizzando le differenti espressioni di genere tra gli uomini e ragionando, dal punto di vista educativo, su quali strategie siano più adatte nella formazione degli uomini di domani. Il workshop proporrà quindi un confronto dialogico sulle strategie retoriche di evitamento maschile dell'engagement e l'individuazione, con modalità partecipative, di nuove piste di politica culturale ed educativa tesa alla formazione dei giovani maschi, non sulla base di un atteggiamento implicitamente colpevolizzante ed esortativo, ma attraverso la presa di parola degli uomini adulti (genitori, insegnanti, educatori...) a partire dalle proprie esperienze incarnate, tanto nei contesti educativi formali quanto in quelli non formali e informali.

    Giuseppe Burgio

    Giuseppe Burgio(Università di Enna "Kore", CIRQUE – Centro Interuniversitario di Ricerca Queer)

Sabato 19 ottobre 2024

Prima sessione - 9:00 – 11:00

QUESTION TIME

  1. Luci e ombre della giustizia riparativa nell’ambito della violenza di genere

    L’utilizzo della giustizia riparativa nell’ambito della violenza di genere è estremamente controverso. Da una parte, le pratiche di giustizia riparativa possono restituire rilevanza alla vittima, attivare spazi protetti in cui riequilibrare la relazione di potere, definire in modo condiviso l’esperienza come crimine e ferita, dare rilevanza alla responsabilità sociale del reato. Dall’altra, c’è il rischio di ignorare le peculiarità della violenza di genere e assimilarla a un conflitto, come se le parti avessero la stessa possibilità di contrattazione, e rinvigorire le dinamiche di oppressione tipiche della violenza contribuendo alla vittimizzazione secondaria. Quali sono quindi i presupposti della giustizia riparativa che potrebbero essere utili nel contrasto alla violenza di genere? Quali sono i rischi di queste pratiche? In quali casi la giustizia riparativa può (o non deve assolutamente) essere utilizzata? Come si concilia il tema della giustizia riparativa con le indicazioni normative di non ricorrere alla mediazione in casi di violenza? Quali sono le esperienze a livello nazionale e internazionale?
    A partire da questi interrogativi apriremo una riflessione con le relatrici. Il pubblico sarà invitato a partecipare al dibattito condividendo pensieri e domande.

    Intervengono:

    Elena Mattevi

    Elena Mattevi(Università di Trento)

    Roberta Ribon

    Roberta Ribon(Avvocata e mediatrice penale, Docente Università di Bergamo)

    Elena Biaggioni

    Elena Biaggioni (D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza)

    Elena Stanchina

    Introduce e coordina: Elena Stanchina (Edizioni Centro Studi Erickson)

WORKSHOP

  1. L’aggiornamento delle metodologie e degli strumenti di valutazione e autovalutazione del rischio di recidiva

    La valutazione accurata del rischio di recidiva è cruciale per contrastare efficacemente la violenza maschile contro le donne, soprattutto nelle relazioni intime. Gli ultimi sviluppi degli strumenti SARA (Spousal Assault Risk Assessment) e ISA (Increasing Self Awareness), realizzati da Differenza Donna nel contesto del Progetto Future (CERV – 2021 DAPHNE, Marzo 2022 - Aprile 2024), mirano a potenziare la capacità di identificare e gestire prontamente i rischi di reiterazione della violenza. Questi aggiornamenti migliorano la precisione e l’efficacia della valutazione del rischio, introducendo nuove metodologie e strumenti per la prevenzione della violenza.

    Durante il workshop saranno illustrate dettagliatamente le tecniche avanzate di SARA-S e ISA, fornendo strumenti aggiornati per migliorare la prevenzione della violenza e proteggere le vittime. I/le partecipanti avranno l’opportunità di comprendere come queste metodologie consentano di identificare specifici fattori di rischio, sviluppare piani di intervento mirati e promuovere una risposta integrata e tempestiva alla violenza.

    Elisa Ercoli

    Elisa Ercoli (Presidente Associazione Differenza Donna APS)

    Maria Spiotta

    Maria Spiotta (Psicologa, psicoterapeuta)

    Maria Teresa Manente

    Maria Teresa Manente (Avvocata penalista)

    Giulia Fiovaranti

    Giulia Fioravanti (Psicologa e gender expert)

  2. Le Consulenze Tecniche d’Ufficio nei casi di violenza di genere: protocolli operativi, rischi di ri-vittimizzazione e buone prassi

    Nei casi di separazione conflittuale viene spesso disposta una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) con l’obiettivo di valutare le competenze genitoriali degli ex partner e le migliori condizioni per l’affidamento dei e delle minori. Purtroppo alcuni assiomi generali e alcuni criteri di valutazione condivisibili in linea di principio diventano estremamente rischiosi se dietro alla separazione conflittuale si nasconde in realtà un caso di violenza di genere. Esistono oggi linee guida e normative molto chiare su quali siano le buone prassi e gli interventi da evitare nei casi di violenza, ma non è raro che la situazione sia sottovalutata o che nella pratica tali principi non vengano applicati, come riscontrato per l’Italia dalla commissione europea GREVIO. Ciò implica rischi enormi per la sicurezza delle vittime di violenza e dei loro figli compreso quello di esporli ad un ulteriore danno, particolarmente significativo in quanto sancito dal ruolo di chi conduce quell’iter procedurale. Per questo è essenziale distinguere la violenza dal conflitto, mantenendo il focus anche su questo aspetto durante l’intera attività di consulenza. Conoscere le normative e le linee guida oramai consolidate e applicarle deve essere imprescindibile per ogni consulente tecnico così come avere una formazione specifica sulla violenza di genere, oggi ancora molto lacunosa e spesso non esaustiva.

    Laura Pomicino

    Laura Pomicino(Psicologa, psicoterapeuta, Università di Trieste)

    Micaela Crisma

    Micaela Crisma(Psicologa, psicoterapeuta, CTU)

  3. L’approccio narrativo alla violenza assistita: attività psicoeducative con il supporto di una storia | SOLO IN PRESENZA

    L’essere testimoni di gravi atti di violenza interpersonale, o anche il percepirne gli effetti su chi ne è colpito, può portare ad alterazioni nei processi di sviluppo, esponendo i bambini ad un accresciuto rischio di sviluppare quadri di psicopatologia, a breve, medio e lungo termine. Gli organismi internazionali, comunitari e nazionali, che con sempre più attenzione si occupano di questo fenomeno, sottolineano la necessità per i minori vittime di violenza assistita intrafamiliare di percorsi di riparazione del trauma mirati e specifici, che ancora troppo spesso non vengono loro garantiti. All’interno della cornice teorica cognitivo-costruttivista, si può cogliere come il lavoro basato sull’approccio narrativo sia una preziosa opportunità di elaborazione del trauma nei percorsi terapeutici/educativi in età evolutiva e come in questo senso i testi narrativi possono in effetti rappresentare importanti strumenti di ausilio e di intervento. Il workshop proposto ha la finalità di presentare un programma di intervento sui minori vittime di violenza assistita attraverso un approccio narrativo, con particolare attenzione alla figura materna e alla necessità di un percorso congiunto madre-bambino in cui siano in grado di costruire una narrativa comune meno dolorosa e più integrata. Si tratta di attività psicoeducative, costruite su un breve testo narrativo illustrato, che hanno lo scopo di aiutare i bambini a prendere contatto con i propri vissuti emotivi, a rielaborare le proprie esperienze in un contesto protetto e a costruire un senso di sé più integrato e positivo. Le attività vengono proposte all’interno di un percorso che può essere svolto in setting individuale o di piccolo gruppo con bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni che hanno vissuto in contesti di violenza domestica. Il percorso proposto si rivolge ai clinici e ad altre figure professionali (assistenti sociali ed educatori) che svolgono un ruolo nel trattamento della violenza assistita. Nel corso del workshop verranno mostrate alcune delle attività attraverso gli strumenti operativi proposti nel programma.

    Silvia Mammini

    Silvia Mammini (Centro Specialistico Multidisciplinare Polaris di Lucca)

    Jacopo Bertacchi

    Iacopo Bertacchi(Scuola di Psicoterapia Humanitas di Roma, Accademia di Neuropsicologia dello Sviluppo di Reggio Emilia)

Seconda Sessione - 11:30 – 13:30

TAVOLA ROTONDA

  1. Era una brava persona... facciamo in modo che migliori. Riconoscere gli autori di violenza e operare con essi con competenza e professionalità

    Ivan Pezzotta

    Il lavoro su di sé come base metodologica per il terapeuta
    Ivan Pezzotta(Psicologo, psicoterapeuta, Trento)

    L’operatore che interviene con uomini che hanno agito violenza contro le donne deve affrontare varie sfide. In particolare deve essere in grado di sospendere il giudizio sulla persona, che non spetta a lui, condannandone però le azioni e deve riconoscere e gestire i suoi stessi stereotipi che emergono durante il suo lavoro. Solo così potrà riconoscere atteggiamenti manipolatori e violenti da parte del paziente o utente del servizio ed impostare l’intervento in modo adeguato. Formazione adeguata e attenta supervisione vanno necessariamente unite alla presa di coscienza della necessità di essere “operatori di cambiamento”, non solo buoni terapeuti.

    Leandro Malgesini

    Violenza nelle relazioni affettive tra responsabilità individuale e collettiva
    Leandro Malgesini (Sociologo)

    La consapevolezza della necessità di comprendere nel suo complesso la violenza maschile contro le donne è fortunatamente in aumento. Alzare lo sguardo al piano collettivo del problema maschile è fondamentale per osservarlo nella sua interezza e studiare le migliori strategie contenitive. Stigmatizzare il ruolo di istituzioni come la famiglia, la scuola, la giustizia, ecc. non può servire per deresponsabilizzarne altre a cominciare dalla politica, ma non solo.

    Emanuele Corn

    Il lavoro d’equipe con l’avvocato difensore. Così difficile, così importante
    Emanuele Corn (Università di Antofagasta, Cile)

    L’avvocata/o che segue la vittima lavora sovente – tradizionalmente – in equipe con i Centri Anti Violenza e costruisce un’esperienza di collaborazione con i servizi sociali territoriali. Il discorso è completamente diverso per chi difende l’imputato di un reato violento ai danni di una donna. Parte dei “danni collaterali” del processo, a prescindere dall’esito, dipendono da questo isolazionismo, che non è utile a nessuno, ma non è semplice da interrompere.

WORKSHOP

  1. "Ma non è normale?" No, non lo è. La difficoltà di riconoscere la Teen Dating Violence | SOLO IN PRESENZA

    I dati a disposizione mostrano con crescente chiarezza la diffusione di agiti violenti all’interno delle giovani coppie, siano essi di natura psicologica, sessuale e/o fisica. La dinamica in atto appare del tutto comparabile a ciò che è ormai noto verificarsi nelle coppie adulte con il discrimine dell’impatto che simili esperienze possono avere ed hanno su identità ancora in formazione e su percorsi evolutivi di più o meno recente avvio. La legittimazione sociale di modelli stereotipati di maschile e femminile e di una comunicazione violenta che alberga il quotidiano sembra acuire la difficoltà insita nel dare un nome a ciò che si sta vivendo e, quindi, a poterlo contrastare chiedendo aiuto. Da qui una narrazione diffusa di comportamenti che vengono esercitati senza che ve ne possa essere una adeguata problematizzazione, aumentando, di fatto, il rischio di rivittimizzazione secondaria di chi li subisce: se sto male, ma ciò che avviene è considerato lecito, allora sono io che non funziono. Ne possono seguire attacchi al corpo, sintomi depressivi e ansiosi, isolamento sociale, fino a ideazioni suicidarie e suicidi.

    Il workshop avrà come obiettivo il focalizzarsi sulla responsabilità che ogni singolo individuo può e deve riconoscersi nel progetto collettivo di contribuire a modificare la cornice contestuale che alimenta questo fenomeno al fine non solo di contrastarlo, ma prevenirlo.

    Laura Pomicino

    Laura Pomicino(Psicologa, psicoterapeuta, Università di Trieste)

  2. Bambine e bambini vittime di violenza assistita: testimoni invisibili?

    La violenza assistita è un fenomeno diffuso, si tratta infatti della seconda forma di violenza contro l’infanzia, ed ha sul benessere psico-fisico dei bambini e delle bambine lo stesso impatto lesivo di una violenza direttamente esperita. Eppure troppo spesso questi bambini e le loro mamme non trovano adeguato ascolto e sufficiente protezione. Ancora oggi gli interventi si basano spesso su pregiudizi e falsi miti e disattendono le linee guida nazionali e internazionali. L’obiettivo del workshop è, quindi, di delineare gli interventi più utili per riconoscere precocemente questi casi e per offrire loro la dovuta tutela e il dovuto supporto.

    Il workshop consentirà di capire gli esiti post-traumatici della violenza domestica su bambini e bambine, sugli adolescenti e sulle loro mamme; riflettere sugli interventi più opportuni anche alla luce delle linee guida CISMAI, della Convenzione di Istanbul e delle più recenti normative e indicazioni cliniche; capire quali sono gli errori e i falsi miti da evitare.

    Maria Grazia Apollonio

    Maria Grazia Apollonio(Psicologa, psicoterapeuta, Centro Antiviolenza G.O.A.P. di Trieste)

14:30 – 16:00

PLENARIA

  1. Seconda sessione plenaria

    Marcella Pirrone

    Criticità a livello nazionale ed internazionale sugli affidamenti dei figli in situazioni di violenza contro le donne e violenza domestica
    Marcella Pirrone (Avvocata, D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, WAVE - Women against violence Europe)

    Nathalie Sasseville

    Le caratteristiche e le conseguenze delle discriminazioni intersezionali nelle situazioni di violenza
    Nathalie Sasseville (Université du Québec à Chicoutimi, Canada)

    Elvira Reale

    Come far uscire la violenza dall'invisibilità: quali strumenti per la sua narrazione
    Elvira Reale (Psicologa, consulente Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio)

    Elena Stanchina

    Introduzione e coordinamento
    Elena Stanchina (Edizioni Centro Studi Erickson)

I temi

Convenzione di Istanbul e 4° Rapporto GREVIO

Il lavoro con uomini maltrattanti

La valutazione della violenza sulle madri

Il colloquio con la donna vittima di violenza

Il percorso giudiziario di uscita dalla violenza

Il lavoro con orfani di femminicidio

La costruzione di identità maschili alternative

Educare alle relazioni e al consenso

Il rapporto tra giustizia riparativa e violenza di genere

La valutazione del rischio

Le Consulenze Tecniche d’Ufficio

Teen Dating Violence

Esiti e vissuti di chi assiste alla violenza

Valutazione delle competenze genitoriali

La violenza contro le donne straniere

La stesura del referto psicologico

L’impatto del trauma sulla salute

Le parole per narrare la violenza

La violenza sessuale

Tra i relatori e le relatrici

Elena BiaggioniElena Biaggioni
  1. Elena Biaggioni

    Avvocata, si occupa di diritto penale e, per quanto riguarda le vittime di violenza domestica e di genere, tratta il tema dell’accesso alla giustizia e accompagnamento delle donne nei percorsi giudiziari. Componente della rete delle avvocate di D.i.Re Donne in rete contro la violenza, dal 2018 è referente del settore penale.

    Ha un interesse specifico per gli aspetti internazionali di tutela dei diritti umani delle donne ed è attualmente Co – Delegate a WAVE (Women against violence Europe), la rete europea di centri antiviolenza, case rifugio, organizzazioni attive contro la violenza maschile sulle donne a livello europeo. All’interno di WAVE collabora al gruppo di lavoro sulla violenza sessuale e coordina il gruppo legale. 

    Tra il 2017 e il 2019 ha coordinato e curato la redazione del Rapporto delle associazioni di donne sull’attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia per il GREVIO e ha tenuto i rapporti con il Segretariato per le visite in occasione del monitoraggio.

    È parte del UN Women Ending Violence Against Women Roster 2020.

    È interessata in particolare al ruolo della persona offesa nei procedimenti penali, agli aspetti penali e processuali – nazionali e sovranazionali – della tutela della donna vittima di violenza domestica e di genere, oltre che alla tematica della violenza sessuale.

Marisol LilaMarisol Lila
  1. Marisol Lila

    È Professoressa ordinaria di Psicologia Sociale presso l’Università di Valencia ed è membro del gruppo di ricerca Vio-strategy (Advanced research strategies on family and gender violence).

    Ha una lunga esperienza di ricerca nel campo della violenza domestica contro le donne e ha pubblicato un’ampia letteratura su riviste nazionali e internazionali. Ha diretto e partecipato a numerosi progetti di ricerca.

    Dal 2006 è direttrice di un Programma di intervento contro i molestatori presso l’Università di Valencia (Programa Contexto: a research, training, intervention and prevention program by working with the perpetrator). È Editor associata della rivista Psychosocial Intervention.

Fabio RoiaFabio Roia
  1. Fabio Roia

    Magistrato dal 1986, ha svolto diversi incarichi nel settore penale presso il Tribunale di Monza. Attualmente è componente del Tavolo permanente contro la violenza di genere istituito con legge regionale della Regione Lombardia e consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere presso il Senato della Repubblica.

    È inoltre componente dell’osservatorio permanente sull’efficacia delle norme in tema di violenza di genere e domestica istituito dal Ministero della Giustizia con decreto del 4 ottobre 2022 e dal Consiglio consultivo per la parità di genere (Gender Equality Advisory Council – GEAC) in funzione degli incontri intergovernativi del G7 2023. Nel 2018 è stato insignito dal Comune di Milano della civica benemerenza conosciuta come “Ambrogino d’oro”.

    Fabio Roia è da anni impegnato nel contrastare la violenza sulle donne e responsabilizzare e sensibilizzare gli uomini a riguardo.

    È inoltre un attivo sostenitore dell’impegno del genere maschile, sforzo che si deve unire a quello delle donne per realizzare quel cambiamento culturale che ancora oggi fatica ad emergere.

Patrizia RomitoPatrizia Romito
  1. Marcella Pirrone

    Avvocata, cofondatrice del Centro Antiviolenza di Merano, membro dell’associazione nazionale Donne in Rete contro la violenza; membro direttivo di Women Against Violence Europe, esperta di diritti delle donne, diritto di famiglia, violenza contro donne e minori, violenza contro le persone anziane.

    È inoltre consigliera di fiducia dei Comuni di Bolzano, Merano e dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige.

Giuseppe BurgioGiuseppe Burgio
  1. Giuseppe Burgio

    Professore Ordinario di Pedagogia di genere all’Università “Kore” di Enna. Graduated SYLFF Fellow della “Tokyo Foundation for Policy Research”. Direttore del “Centro Interuniversitario di Ricerca Queer” e della rivista scientifica “Pedagogia delle differenze”.

    È uno dei due coordinatori nazionali del Gruppo di lavoro “Intersezioni pedagogiche. Sessi, generi, sessualità” costituitosi all’interno della Società Italiana di Pedagogia.

    Tra le sue pubblicazioni, Fuori binario. Bisessualità maschile e identità virile (Mimesis 2021), vincitore del Premio Nazionale 2022 della SIPED-Società Italiana di Pedagogia.

Kindi TailaKindi Taila
  1. Mario De Maglie

    Psicologo, psicoterapeuta dell’Approccio Centrato sulla Persona, terapeuta Emdr, vice presidente e coordinatore clinico del Centro di ascolto uomini maltrattanti (C.A.M.) di Firenze, collaboratore dell’Istituto Degli Innocenti di Firenze.

Modalità di partecipazione

Scegli se partecipare in presenza a Trento o online

195 €
iva inclusa

Anziché 230 €

Iscrizione al Convegno

25

Posti disponibili

Proposta valida fino al 24 settembre

220 €
iva inclusa

Anziché 260 €

Iscrizione al Convegno + 25 crediti ECM

25

Posti disponibili

Proposta valida fino al 24 settembre

PROMO GRUPPI: per un gruppo di 6 o più persone scrivi a formazione@erickson.it per un'offerta riservata.

Le registrazioni delle attività online saranno disponibili fino al 31/12/2024 per i/le partecipanti ad entrambe le versioni del Convegno.

Accreditamenti

  1. ECM (Educazione Continua in Medicina)

    Erickson è Provider ECM per le professioni elencate qui.
    Per tutti coloro che hanno acquistato la partecipazione al Convegno + crediti ECM, a seguito del Convegno, sarà richiesto l'approfondimento di un testo e il completamento di un quiz online. Il testo sarà disponibile in pdf, in seguito verranno date maggiori informazioni.

  2. ASSISTENTI SOCIALI

    E’ stato richiesto l’accreditamento per Assistenti Sociali per le sessioni plenarie, che si terranno venerdì 18 ottobre dalle 10.00 alle 12.30 e sabato 19 ottobre dalle 14.30 alle 16.00. A chi frequenterà il Convegno in presenza sarà richiesto di passare la tessera sanitaria in entrata e in uscita per ciascuna sessione plenaria. Per chi seguirà il Convegno a distanza verrà considerata valida l'ora di connessione e di disconnessione da zoom per ciascuna sessione plenaria. Per poter ottenere i crediti è necessario frequentare almeno l’80% delle ore complessive.

  3. CFU (Crediti Formativi Universitari)

    Verrà rilasciato un certificato che attesta la regolare frequenza al Convegno, con cui è possibile fare richiesta dei crediti CFU presso la propria Facoltà.

Info utili

Centro Studi Erickson TrentoCentro Studi Erickson Trento

Dove e quando

Il Convegno si terrà presso il Centro Studi Erickson di Trento (Via del Pioppeto, 24, 38121, Gardolo - TN) e in versione online:

  • venerdì 18 ottobre 2024
  • sabato 19 ottobre 2024

Il Centro Studi Erickson è convenzionato con le strutture alberghiere indicate cliccando qui.

Il Centro Studi Erickson aderisce inoltre all’iniziativa  TRENTINO GUEST CARD – Scoprine i vantaggi

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