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Concorso Docenti PNRR2
Formazione: i più richiesti
Sillabe e prime parole insegna ai migranti a padroneggiare l’italiano, offrendo strumenti per superare barriere linguistiche e culturali. Allo stesso modo, Uccelli migratori esplora il significato profondo della migrazione, narrando storie di chi lascia il familiare per abbracciare l’ignoto. Le due proposte raccontano il coraggio del cambiamento, che si tratti di imparare una nuova lingua o di scoprire nuovi orizzonti, unendo apprendimento e umanità in un unico viaggio.
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L’apprendimento di una seconda lingua è spesso complicato per molti giovani e adulti migranti di ogni età. Sillabe e prime parole è uno strumento progettato aiutarli – attraverso semplici e divertenti giochi – a riconoscere e memorizzare le parole e sillabe in lingua italiana con facilità e senza imbarazzi: compiere gesti facili e gratificanti, come ad esempio osservare i segni grafici sulle carte e riconoscerli, consente di avviare i primi passi nel riconoscimento orale e scritto della lingua italiana.
I giochi proposti all’interno del kit sono stati selezionati da una serie di giochi già sperimentati nelle scuole Penny Wirton e che si sono dimostrati particolarmente efficaci, graditi e adatti anche nei casi più complessi.
Il volume racconta la migrazione nelle sue molteplici forme, di come agisca sul linguaggio, sulla memoria, sul dolore, sul desiderio e sui corpi, una riflessione su cosa significhi lasciarsi alle spalle ciò che è familiare per fare nostro ciò che familiare non è.
Con grandi capacità espressive, Mariana Oliver guida lettori e lettrici nei cunicoli delle città sotterranee della Cappadocia, esplora le contraddizioni di una Berlino segnata dalle sue divisioni storiche, riscopre un dimenticato, scioccante esodo di bambini da Cuba agli Stati Uniti e ricrea l’intimità degli spazi della vita quotidiana utilizzando scale inconsuete. Mescolando reportage, analisi critiche e un’originale scrittura di viaggio, Uccelli migratori è una raccolta di testi brevi, in parte riflessioni poetiche, in parte racconti in presa diretta, che interroga lettori e lettrici su cosa significhi lasciarsi alle spalle ciò che è familiare per fare nostro ciò che familiare non è.