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Il volume presenta un’acuta e al tempo stesso ironica e divertita riflessione sulla bellezza e sulla disabilità, di quel che si discosta dalla «norma», e che, per questo motivo, solitamente non viene considerato bello. Una nuova visione e un recupero della bellezza.
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Prefazione (Andrea Canevaro)
Introduzione
Prima parte – Il quadrato, il cerchio e il triangolo
Inquadrare la questione
Esperienze. Il calcio in carrozzina
Alla ricerca di un’identità
Esperienze. Il bello che esce dalla danza ti fa diventare bello
Parole, parole, parole
Esperienze. La diversità è di moda
Seconda parte – Estetica in pillole
La bellezza della imperfezione
Bello e sublime
Ridere con e ridere di
La retorica dei luoghi comuni
Il racconto della diversità
Il superamento del Bello
Terza parte – Prospettive
Terra terra. Amore, sesso e proverbi
Creatività
Stili di vita
Esperienze. L’insostenibile bellezza dell’essere
Conclusioni
Esperienzografia
Cos’è davvero bello? E perché la disabilità stessa non potrebbe essere, sotto certi aspetti, «bella»?
Per rispondere a queste domande, l’autore ricorre al racconto di esperienze personali legate alla sua professione di educatore, ma cita anche film, canzoni, libri… Perché tutto, in qualche modo, ci suggerisce, può parlarci di disabilità. E così, viceversa, parlare di disabilità può essere, in realtà, un modo per parlare di tutto.
«Il senso del mio lavoro e della mia esistenza “nei pressi” della disabilità un po’ l’ho cercato e un po’ l’ho trovato, un po’ mi è venuto incontro. Il suggerimento implicito, contenuto in queste pagine, a chi ha una disabilità, a chi la vive o le lavora accanto, a chi la incontra sulla propria strada, è il seguente: cercare la bellezza e trovarla, o semplicemente accoglierla quando viene incontro, è una cosa che fa bene. A tutti».