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Educare alla pace a scuola: una missione difficile ma possibile

Eva Pigliapoco, Ivan Sciapeconi, Dario Ianes e Sara Franch, esperti di educazione, pedagogia e didattica, offrono alcuni suggerimenti per favorire l’educazione alla pace in classe

In queste settimane, attraverso webinar, articoli, approfondimenti, abbiamo trattato il tema dell’educazione alla pace cercando di capire con l’aiuto di esperti in educazione, pedagogia e didattica come è possibile parlare di pace nel contesto scolastico e quali azioni didattiche possono essere impostate in classe con bambine e bambini, ragazzi e ragazze. Un argomento complesso e delicato, con tante sfaccettature e risvolti, che occorre affrontare tenendo conto dell’età e delle competenze di alunni e alunne, senza sottovalutare gli aspetti psicologi ed emotivi inevitabilmente coinvolti.

Qui di seguito, riassumiamo alcuni suggerimenti emersi nel corso del webinar “Educare alla pace è un lavoro quotidiano, anche in classe”, che ha visto la partecipazione di Eva Pigliapoco (insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice), Ivan Sciapeconi (insegnante di scuola primaria, formatore e autore), Dario Ianes (docente universitario e co-fondatore Erickson) e Sara Franch (ricerca e sviluppo Erickson).

Educare alla pace è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030

Educare alla pace è in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e in particolare è uno degli elementi fondamentali per garantire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa. È prevista esplicitamente nell’obiettivo 4.7 : Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.

La pace è una competenza, non un sentimento

Educare alla pace significa sviluppare conoscenze, abilità, atteggiamenti e azioni che promuovono una cultura pacifica e non violenta. Essere in pace, fare la pace, cercare la pace, mantenere la pace sono competenze strettamente connesse all’educazione civica e alla cittadinanza.

Guerra, conflitto, pace sono questioni controverse

Educare alla pace significa trattare temi complessi e controversi. Quindi affrontare in classe questioni che dividono la società, toccano valori e convinzioni profonde, generano analisi e spiegazioni che confliggono tra loro, evocano delle risposte emotive.

Progettare la pace nella quotidianità scolastica

Educare alla pace significa progettare un’azione didattica continua, quotidiana e trasversale alle discipline (non bastano attività spot perché ora c’è una guerra vicino a noi). Richiede quotidianità, tempo, esempio, allenamento, autonomia e autovalutazione.

Partire da sé

Educare alla pace richiede innanzitutto di riflettere sulle proprie convinzioni, i propri valori, le proprie risposte emotive alle questioni che si vogliono trattare in classe. Che effetto hanno le mie convinzioni, emozioni e i miei valori sul modo in cui tratterò queste questioni in classe? Significa inoltre tenere in considerazione l’identità dei tuoi alunni e delle tue alunne. In che modo il backgound e le esperienze di vita dei miei alunni e delle mie alunne influenzano il modo in cui reagiranno alle questioni che voglio trattare?

Scegliere il proprio ruolo con attenzione

Educare alla pace significa riflettere sulla posizione da prendere come insegnante. Di fronte a questioni controverse, la neutralità è una posizione insostenibile perché parole, tono della voce, linguaggio del corpo riveleranno la tua posizione sulle questioni che stai trattando.
Puoi quindi scegliere di svolgere una molteplicità di ruoli. Ognuno di questi ruoli può essere appropriato in un particolare momento, e ognuno ha i suoi vantaggi e svantaggi. Pensa attentamente a quale ruolo adottare in ogni situazione e perché.

  • Partecipante: l'insegnante condivide liberamente il suo punto di vista - attenzione perché può portare a discussioni di parte.

  • Moderatore / facilitatore imparziale: l'insegnante assicura che tutti i punti di vista siano rappresentati, attraverso le dichiarazioni di studenti e studentesse o fonti scritte. L'insegnante facilita e non dichiara la propria posizione.

  • Interesse dichiarato: l'insegnante dichiara il proprio punto di vista in modo che studenti e studentesse possano identificare successivi pregiudizi, poi presenta tutte le posizioni nel modo più obiettivo possibile.

  • Sostenitore: l'insegnante presenta tutti i punti di vista disponibili e poi conclude affermando la propria posizione.

  • Avvocato del diavolo: l'insegnante adotta deliberatamente una posizione opposta a quella che emerge dalla classe, indipendentemente dal proprio punto di vista - aiuta a garantire che tutti i punti di vista siano coperti e mette in discussione le convinzioni di studenti e studentesse.

  • Portavoce: l’insegnante presenta una visione istituzionale o ufficiale di una questione (quella del governo, della scuola, ecc.), senza esprimere la propria posizione

Creare un clima di classe favorevole

Educare alla pace richiede la costruzione nel tempo di un clima di classe favorevole, in cui alunne ed alunni si sentano sicuri, accettati, inclusi. Un clima in cui questioni controverse possano essere discusse liberamente, dove ci sia riconoscimento della libertà di parola, che deve essere però mitigata dal rispetto per i diritti dell’altro. Ciò richiede di concordare i principi ed i valori da rispettare in classe, ma necessita anche di allenamento per assicurarsi che i principi concordati si manifestino nella pratica.

Metodologie attive, dialogiche, maieutiche, collaborative

Educare alla pace significa adottare pratiche di insegnamento e apprendimento partecipative, inclusive ed incentrate su chi apprende. Metodologie che valorizzino l’esperienza e le conoscenze pregresse, siano rilevanti per alunni e alunne e pertinenti alle loro vite. Si tratta di offrire occasioni e strumenti per la riflessione individuale e collettiva in modo da poter acquisire consapevolezza ed esaminare le proprie opinioni, i meccanismi con cui si cercano, le fonti di informazioni, ma anche i propri valori, le proprie emozioni e sentimenti. Richiede di creare occasioni per lo sviluppo delle capacità discorsive e argomentative, valorizzare le domande e le dinamiche maieutiche, e suscitare interesse reciproco e capacità di cogliere i punti di vista degli altri. Si tratta di offrire condizioni e occasioni per imparare ed agire in modo cooperativo.

Pratiche significative includono:

  • modeling (fornire degli esempi attraverso la narrativa, in particolare storie che attivano domande, riflessioni)

  • circle time (organizzare circle time con sistematicità, regolarità, su temi scelti insieme, su grandi domande filosofiche: “Come possiamo definire il contrario della guerra, senza dire pace?”)

  • debate (organizzare debate in quanto insegnano ad informarsi prima di parlare, organizzare il proprio pensiero, ascoltare il pensiero degli altri, fare sintesi delle diverse posizioni)

Unità di apprendimento specifiche

Educare alla pace significa costruire unità di apprendimento specifiche sui temi della pace, della cittadinanza. La pace è più che l'assenza di guerra; richiede la presenza di giustizia, uguaglianza, equità e rispetto per i diritti umani. Senza questi valori fondamentali, non ci può essere una pace reale e duratura. Ed è per questo che unità di apprendimento specifiche sulla pace giustamente includono anche i temi della giustizia, dei diritti umani, dell’uguaglianza e equità, della nonviolenza, della smilitarizzazione, del disarmo nucleare, della riconciliazione. Questi sono gli elementi costitutivi di società umane, tolleranti, eque ed inclusive. Su questi temi vanno costruite unità di apprendimento centrate sull’utilizzo di metodologie attive (vedi sopra) e che mettono in gioco ed allenano abilità diverse (letto-scrittura, abilità artistiche, musicali, digitali, …).

Semplificare, senza banalizzare

Educare alla pace significa trattare questioni complesse che riguardano il contesto geo-politico mondiale e che toccano aspetti politici, economici, culturali, religiosi, ambientali. Richiede la mediazione dell’insegnante per semplificare questa complessità e calibrare i contenuti all’età e alle competenze di alunne ed alunni. Semplificare però non significa rinunciare alla complessità e all’analisi articolata a favore di slogan e di pericolose dicotomie, quindi:

  • Non paragonare la guerra ai litigi tra bambine e bambini.

  • Non fornire rappresentazioni della guerra e delle parti in conflitto usando dicotomie legate allo scontro tra il bene ed il male, tra buoni e cattivi (per esempio Harry Potter contro Lord Voldemort, Luke Skywalker contro Darth Vader).

  • Non promuovere un pensiero ed un linguaggio dicotomico lungo l’asse “noi contro loro”.

  • Non chiedere di schierarsi.

Educare alla pace richiede di semplificare, mantenendo però una visione a maglie larghe, che permette di allargare la prospettiva da un punto di vista temporale (esiste un prima, un durante e un dopo ciascuna guerra) e spaziale (esiste un locale ed un globale, un vicino e un lontano che sono interconnessi).

Educazione razionale-emotiva

Educare alla pace richiede un contesto in cui c’è l’abitudine a lavorare sulle emozioni, i pensieri irrazionali e le reazioni emotivo-comportamentali. Esistono diversi strumenti e metodi che puoi utilizzare per sostenere lo sviluppo di competenze emotive ben strutturate, grazie alle quali alunne e alunni sono in grado di riconoscere e gestire le proprie emozioni ed i propri stati emotivi e i rapporti inter-personali.

Alcune strategie e strumenti includono:

  • stabilire delle routine di apertura e chiusura delle lezioni

  • creare un angolo della pace

  • utilizzare strumenti come il volto delle emozioni, il gioco del mimo, la tombola delle emozioni, le carte delle emozioni, il termometro delle emozioni, i giochi di ruolo.


Si possono integrare queste strategie e strumenti nella quotidianità scolastica o utilizzare per lezioni specifiche dedicate alle competenze socio-relazionali.

infografica educare la pace a scuola
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