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Azioni per una scuola inclusiva 1

Azioni per una scuola inclusiva

Alcune riflessioni "di" e "su" Anna Maria Garettini per ricordare la sua visione di scuola inclusiva

Una persona che ha contribuito in modo fondamentale a farci conoscere la scuola “da dentro”, quella vera di tutti i giorni, fatta da chi quotidianamente lavora con e per gli studenti, è certamente Anna Maria Garettini.

Anna Maria Garettini, scomparsa nel 2019, è stata dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Frezzotti-Corradini di Latina, collaboratrice del Ministero dell’istruzione e instancabile promotrice di attività e iniziative per rendere la scuola sempre più inclusiva e attenta ai bisogni di tutti gli studenti.

Con lei abbiamo condiviso molti dialoghi sulla scuola, sull’inclusione e sull’importanza della formazione dei docenti e, da questi dialoghi, abbiamo imparato molto su cosa sia concretamente l’inclusione, quella “agita”, nelle piccole/grandi azioni quotidiane, e non semplicemente dichiarata a parole.

La sua energia, la sua passione e dedizione al mondo della scuola erano contagiosi anche negli anni in cui, dopo la pensione, aveva continuato ad occuparsi in prima persona dei temi più attuali inerenti l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Tra i temi particolarmente cari ad Anna Maria Garettini c’erano la valorizzazione di tutte le differenze e la risposta ai vari bisogni in ottica inclusiva, equità e giustizia, l’accesso all’apprendimento da garantire concretamente a tutti gli studenti, la collaborazione scuola-famiglia, la co-progettazione condivisa tra le varie figure che operano nella scuola, una formazione di qualità per tutti i docenti e, non ultimo, il raccordo attivo tra scuola e territorio.

Tutti aspetti che trovavano concretizzazione in progetti e percorsi che Anna Maria promuoveva e portava avanti in prima persona, affiancandosi di colleghi, esperti e professionisti che, negli anni, hanno anche stretto rapporti di sincera amicizia con lei. Era infatti impossibile non apprezzare anche il suo innato spirito di accoglienza, collaborazione e ospitalità che la caratterizzavano sia sul piano professionale che personale.

Da ex sportiva quale era (in gioventù era stata infatti atleta a livello professionistico) amava spesso riportare questa citazione di Muhammad Ali, paragonandola metaforicamente al mondo della scuola e dell’educazione: «I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione».

Ci piace qui ricordarla con alcuni estratti di suoi scritti che ci aiutano a comprendere meglio la sua idea di scuola inclusiva.

L’inclusione è scelta, è opportunità, è sfida. «I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Vale nello sport e vale nella vita». E chi nella propria vita sceglie di assecondare le proprie «passioni» sceglierà di lottare per esse e portarle avanti fino in fondo, guardando un ostacolo alla volta, senza pensare all’ultimo perché rischierebbe di inciampare al primo. Questo è quanto viene chiesto oggi, nuovamente, a tutti gli operatori della scuola: di credere con passione a un nuovo start-up di sistema che punti dritto al suo cuore, alle persone che la fanno e che la vivono… senza guardare a quell’ultimo ostacolo.

Cito un passo delle Indicazioni per il curricolo: “Ogni scuola deve pensare al proprio progetto educativo non per individui astratti ma per persone che vivono qui ed ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato. Alla scuola l’arduo compito di raccogliere con successo una sfida universale, di apertura verso il mondo, di praticare l’uguaglianza nel riconoscimento delle differenze”.

Si descrive una scuola che deve fare della diversità una risorsa per il proprio curricolo. Tutto questo costituisce una sfida forte, di passione appunto, una sfida sempre attuale, che pone il dirigente scolastico in prima linea perché al vertice nella direzione, nel coordinamento e nella promozione delle professionalità interne e, nello stesso tempo, allo snodo di tutta la rete di collaborazione tra scuola, famiglie ed enti locali. In un periodo di risorse disponibili decrescenti la valorizzazione di quelle sociali, economiche e culturali del territorio costituisce un aspetto strategico ma al contempo dinamico ed aperto e rappresenta per la comunità scolastica un’occasione di partecipazione e di apprendimento continuo […].

Ciò costituisce uno snodo e una consapevolezza imprescindibile per chi opera al vertice di un’istituzione scolastica: l’inclusione passa per la complessità e, come ho accennato prima, in un periodo di riduzione delle risorse disponibili come è quello attuale, la conoscenza di tutte le tematiche connesse all’inclusione e ai servizi è un diktat per chi voglia aspirare a una scuola di qualità (efficiente, efficace, economica in senso pedagogico e non solo) e mirare allo sviluppo di procedure facilitanti e buone prassi, che rappresentano ormai una modalità indispensabile di lavoro.

Entro quali coordinate di lavoro occorre muoversi? Da una parte, il dirigente è chiamato a operare nell’ambito dell’organizzazione specifica all’interno dell’istituto, dall’altra, i docenti sono chiamati a raffinare la propria competenza in una didattica inclusiva, poiché proprio tale didattica rappresenta il fattore decisivo e costituisce conseguentemente la chiave di lettura di qualunque azione didattica che ponga al centro lo sviluppo della persona. […]

La prospettiva valoriale si fonda sull’idea che si è inclusi in un contesto quando si effettuano esperienze e si attivano apprendimenti insieme agli altri, quando si condividono obiettivi e strategie di lavoro: non basta perciò vivere, lavorare e sedersi gli uni accanto agli altri. L’inclusione sostanziale e non formale non può essere lasciata al caso, alla buona volontà o alle singole iniziative degli insegnanti in «operazioni didattiche e culturali» separate dal contesto complessivo della comunità educante.

Anna Maria Garettini

Testo tratto da “Alunni con BES”, Erickson, 2013

Premio “Anna Maria Garettini” al Convegno La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale

Tra i contributi inviati nella sezione Buone Prassi del Convegno La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale, il Coordinamento scientifico ne sceglierà uno a cui assegnare il Premio in ricordo di “Anna Maria Garettini”. A questo link https://eventi.erickson.it/convegno-qualita-inclusione-2021/UnitaDidattica/BuonePrassiQ2021 tutte le informazioni per inviare il proprio contributo.

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